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Lo strano caso delle mamme napoletane

Mattias Mainiero risponde a Renzo Gerometta
di Mattias Mainiero domenica 22 aprile 2012

2' di lettura

Sono un commerciante alla soglia della pensione. Avrei voglia di continuare a lavorare, ma mi manca l’entusiasmo. Siamo vessati da una tassazione immorale e da una burocrazia incredibile. Dicono che mancano risorse sufficienti per sicurezza, sanità, ricerca ecc. Mi sono chiesto se ciò sia dovuto a pochi introiti oppure a eccessive uscite. Chiedo a lei, dottor Mainiero: è possibile sapere la media europea del fabbisogno pro capite di uno Stato per dare  in cambio buoni o discreti servizi? Spero in una sua risposta e in un suo sempre illuminato parere. Renzo Gerometta Gradisca d'Isonzo (Gorizia) Bella domanda. Quanto alla risposta, credo che sia molto semplice: non si può. Ma ricapitoliamo: la domanda è interessante per un motivo semplicissimo. Se conoscessimo di preciso quanto ci costano sanità, trasporti e tutto il resto, potremmo fare un banale calcolo: devo racimolare tot miliardi di euro, ergo chiedo agli italiani tot miliardi di euro. Siccome non sono fesso, mi mantengo un po’ più largo in caso di sempre possibili imprevisti. Un giochetto da ragazzi. Ma siamo in Italia, caro mio. E in Italia anche i giochetti più semplici diventano irrisolvibili rompicapo. Perché in Italia c’è l’evasione, variabile e mai correttamente quantizzata. Perché in Italia un ospedale costa cento, e un ospedale identico in tutto e per tutto, distante dal primo solo pochi chilometri, può costare duecento e anche trecento. Perché da noi c’era un farmaco salvavita il cui costo era contenuto: 2 euro. Poi, improvvisamente, la confezione è stata cambiata, non più siringa e flaconcino ma siringa preriempita, e il costo è balzato a 24 euro. Perché una semplice siringa, siringa vuota, senza farmaco salvavita, in Sicilia costa alle strutture sanitarie 5 centesimi, in Toscana solo 3 centesimi. Siringhe elastiche. Perché siamo tutti italiani, tutti appartenenti alla stessa razza, e chissà perché in Campania le donne, quando hanno un figlio, devono ricorrere al parto cesareo nel 62% dei casi, a Bolzano solo nel 23%. Perché in un Paese del genere qualunque organizzazione, qualunque programmazione, qualunque calcolo è destinato a fallire. In un Paese così, caro mio, si tira a campare. Nella speranza, ovviamente, che i farmaci salvavita (benzilpenicillina) non servano mai. Nel qual caso bisognerà fare un mutuo in banca. Spread permettendo. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it

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