Eduardo affidò alla cottura di un formidabile ragù il tempo necessario a una coppia âgé per rimettere ordine nel loro momentaneo stato di scompiglio. Nel decennio successivo a quello della stesura del capolavoro di De Filippo - la pièce debuttò al romano teatro Quirino il 6 novembre 1959 - sarà l’anatra all’arancia il metronomo di un’altra benigna crisi sentimentale da palcoscenico. In fondo, è sempre la tavola il miglior tribunale dell’amore. Sabato, domenica e lunedì è una commedia molto borghese, corale e rara da intercettare. È poco rappresentata proprio perla richiesta di ben sedici attori, decisamente troppi in tempi di vacche magre. Si ricorda un’edizione teatrale lontana e poi nulla fino alla messa in scena al Teatro Argentina di Roma (repliche fino al 4 gennaio), davanti a un pubblico incuriosito dalla novità, artisti e politici: nel perfetto meccanismo scenico di Luca De Fusco ha interagito una compagnia di gran valore guidata con energia da Teresa Saponangelo, la magnifica Rosa, e da Claudio Di Palma, un Peppino Priore sapiente nel dosare le tante sfumature di un patriarca sorpreso nell’attraversamento di un ciclone emotivo.
Tutto in un week-end. Se fosse una pellicola contemporanea sarebbe diretta dal Muccino di A casa tutti bene, ma di edizioni cinematografiche dall’opera del maestro napoletano se ne ricordano due: una con la Loren nel 1990 e l’altra con Castellitto di quattro anni fa. Oltre a un paio televisive con Massimo Ranieri e con Toni Servillo. Però l’ambiente suo è il ruvido palco dove la rappresentazione è stata concepita per osservare i comportamenti di una famiglia dal retrobottega in un fine settimana all’apparenza annegato nella routine che impone una domenica di festa con i piedi sotto il tavolo. Un rito laico mentre si assorbono i sapori forti della cipolla «che si consuma fino a creare attorno al pezzo di carne una specie di crosta nera», spiega Rosa alla cameriera Virginia «e via che ci si versa sopra il quantitativo necessario di vino bianco: la crosta si scioglie e si ottiene così quella sostanza dorata e caramellosa poi amalgamata con la conserva di pomodoro...». In una performance inglese, una vita fa, il ragù fu preparato per davvero, tant’è che la platea ne inalò gli odori per quasi tre ore di storia. Certo, non è cosa che si risolve in una girata di mestolo. I pensieri, le gelosie, i malintesi hanno bisogno di una cottura lenta: non basta un colpo di fiamma. Sul palcoscenico appare una sorta di anfiteatro abbondantemente finestrato che contiene tutta l’umanità casalinga di un gruppo in un interno meridionale - babbo, mammà, tre figlioli, parentado e vicinanza - che ha spazi e affacci per muoversi come l’armonia teatrale impone. De Fusco non lascia mai zone d’ombra, vigila bene sul traffico intenso, tant’è che quell’ordine si rivela essere piuttosto rilassante.
Voglio dire: due ore e cinquanta, intervallo compreso, con i ritmi veloci dei reel da trenta secondi ai quali siamo abituati, potrebbero sembrare una follia (le sei ore di certi Luca Ronconi del passato oggi sarebbero improponibili) invece riesci a dosarle soprattutto per l’altissimo livello attoriale dei sedici. Ognuno ha il suo assolo e nessuno lo spreca. L’improvvisa gelosia di Peppino, che si fa un film della moglie e il vicino di casa solamente per le gentilezze del galantuomo, creerà un subbuglio domestico nell’unico giorno dedicato al distacco dal logorio esistenziale. Ed è comprensibile che un percorso vitale diviso perfettamente a metà s’inceppi ogni tanto, ma è proprio dagli intralci inattesi che si riparte. Non vogliamo spoilerare, ma l’abbraccio forte fra Rosa e Peppino, nel finale, ha liberato un applauso spontaneo. Da questo gesto si può facilmente cogliere la nostra urgenza di rifugiarci in un semplice e genuino atto d’amore. Dopo il 4 gennaio partirà il corposo tour. Gennaio: 8-11 Treviso, 15-19 Bolzano, 22-25 Trento, 27- 8 febbraio Torino. Febbraio: 11-19 Firenze, 21-22 Pontedera, 24-8 marzo Napoli. Marzo: 11-15 Ancona, 18 Reggio Calabria, 21-29 Palermo. Aprile: 8-12 Padova, 14-15 Ascoli Piceno, 17-19 Fermo. Aprile: 22-26 Brescia.