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Evviva le festività, ma la generosità non abbia scadenze

Si avvicina il Natale, si scatena il turbinio di regali. Eppure è più bello donare senza aspettative
di Steno Sari lunedì 15 dicembre 2025

2' di lettura

Ogni anno, con l’avvicinarsi del Natale, si scatena un vero e proprio turbinio di regali che affonda le radici nel passato più remoto. Molte culture antiche celebravano il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, con feste e scambi di doni per augurare prosperità e buona fortuna al nuovo ciclo stagionale. I Romani, ad esempio, festeggiavano i “Saturnalia”, una festa in onore del dio Saturno, durante la quale era consuetudine scambiarsi piccoli regali.

Nel XIX° e nel XX° secolo, con l’industrializzazione e l’aumento della produzione di beni di consumo, il periodo natalizio si è trasformato anche in un evento economico di grande rilievo. I regali sono diventati sempre più numerosi e vari, e le feste hanno assunto un forte carattere commerciale: la pubblicità e il marketing spingono le persone a comprare doni sempre più costosi e originali, trasformando questo periodo in una sorta di “orgia consumistica” di pacchetti colorati dove il valore simbolico si mescola spesso all’invito all’acquisto.

Spot televisivi, campagne sui giornali, cartelloni pubblicitari spingono costantemente le persone ad acquistare regali, spesso suggerendo che il valore del regalo sia proporzionale al suo prezzo o alla sua originalità. Questa pressione annebbia la bellezza del dono. E spesso, dietro al gesto, si nasconde anche la speranza di ricevere qualcosa in cambio o almeno di ottenere un trattamento di favore. E quindi non è raro imbattersi in regali pensati più come transazioni che come gesti gratuiti di affetto.

ANSIA DA PRESTAZIONE
Quel che vediamo è un dovere imposto, più che una gioia condivisa. Il regalo natalizio spesso, anziché essere un gesto liberatorio, si trasforma in un peso, un obbligo sociale che genera ansia. Il donatore non solo teme di sbagliare, ma è ossessionato dall’idea di fare bella figura. «Se non regalo, o se il dono non è all’altezza, cosa penseranno di me?». Eppure, sarebbe bello ricordare che la generosità autentica non ha date né scadenze.

Non serve aspettare dicembre per donare qualcosa di sé agli altri perché la gentilezza e l’attenzione non dovrebbero essere riservate a un solo periodo dell’anno. Ogni momento è prezioso per offrire tempo, energia, una parola gentile o un sorriso sincero, perché questi piccoli gesti hanno il potere di migliorare la giornata di chi ci sta intorno, creare legami più profondi e diffondere un senso di comunità e benessere.

I regali materiali possono e devono avere il loro spazio, certo. Donare non è un semplice atto formale, bensì una decisione etica: una partecipazione alla gioia dell’altro compiuta con generosità spontanea e priva di qualunque imposizione. Il vero dono però non si misura dal valore del pacchetto, ma dalla luce che riesce ad accendere nel cuore di chi lo riceve.

Donare senza aspettative è un atto di coraggio e di amore, capace di spezzare la catena della superficialità, restituendo al gesto il suo significato più profondo: la condivisione autentica, il calore umano, la speranza che il bene, piccolo o grande, possa davvero rendere felice chi lo riceve.

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natale

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