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Un'immagine che per secoli è stata una sfida per l'arte

La presenza della Madonna incinta nel presepe del Vaticano accende un faro sulla rappresentazione di questo tema che l’iconografia cristiana ha sempre maneggiato con i guanti
di Tommaso Lorenzini mercoledì 17 dicembre 2025

2' di lettura

La presenza della Madonna incinta nel presepe del Vaticano accende un faro sulla rappresentazione di questo tema che l’iconografia cristiana ha sempre maneggiato con i guanti. Gli artisti avevano un triplice problema: mostrare l’evento storico e teologico dell’Incarnazione, raffigurare Maria da sola (pur essendo l’annuncio un evento “dialogico”) e, infine, rendere la gravidanza il fulcro della composizione senza scadere in riferimenti sessualmente volgari o inappropriati. Il vertice di questa rappresentazione pittorica è stato raggiunto da Piero della Francesca: nella celebre Madonna del Parto di Monterchi (1455-1465 circa) è stato capace di sintetizzare cristianesimo e Umanesimo, sebbene il delizioso precedente firmato da Nardo di Cione, la Madonna del Parto e donatore (metà del XIV secolo, Museo Bandini, Fiesole, Firenze) raggiunga eguali vette di qualità e significati, a partire dal simbolo della cinta dipinta sopra la pancia di Maria.

Per gli artisti era necessario rispettare diversi paletti ed elementi. Il ventre enfatizzato: lo stato di gravidanza è visualizzato attraverso la resa del volume del grembo, che non è oggetto di pudore, ma di perfezione. La Madonna è spesso raffigurata in piedi o a mezzo busto, con abiti ampi e allargati dal ventre gravido o dai fianchi più pronunciati; il libro chiuso: un topos ricorrente è la presenza di un libro (rosso) chiuso a contatto con il ventre. Simbolo del Verbum infans (il Verbo che non parla), non ancora manifestato, rappresenta Cristo che prende carne in Maria e l’attesa del compimento della Parola di Dio, con chiaro riferimento al Vangelo di Giovanni. La fisicità del libro allude a Maria stessa, Virgo liber Verbi, che contiene e nasconde il Verbo.

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In alcune opere, come quella di Vitale da Bologna a Santa Maria dei Servi a Bologna (1349-1360), il libro è adagiato in basso, con un richiamo all’immediatezza del parto; la gestualità delle mani: le mani della Vergine variano molto, possono coprirsi pudicamente, stringere il mantello sul ventre o, come nel capolavoro di Piero, la mano destra accarezza o sostiene il ventre, proteggendo il Figlio. Se dunque la Madonna incinta, soprattutto tra Trecento e Quattrocento, trascende la semplice rappresentazione di una donna in attesa, divenendo veicolo di devozione popolare per la protezione della vita nascente, proprio l’opera di Piero contribuisce al passaggio dalla Madonna del Parto alla Madonna della Misericordia: madre non più solo di Cristo ma di tutti gli altri figli verso i quali, sopra i quali, come abitazione e protezione, aprirà il suo mantello.

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