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Iva, il governo pronto a introdurre aumenti "selettivi"

Matteo Legnani
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Il ministro dell'Economia Giovanni Tria nega che la questione dell'aumento dell'Iva sia sul tavolo. Ma è impossibile che non lo sia, vista la montagna di miliardi (23) che attende il governo alla prossima finanziaria per disinnescare un aumento dell'imposta sul valore aggiunto. Che tradotto significa: trovare quei 23 miliardi in altro modo o, non facendo nulla, lasciare che l'Iva salga dal 1 gennaio 2020 dal 22 al 25,2% per i beni non essenziali e dal 10 al 13% per quelli d'uso comune. In realtà, come riporta il quotidiano Il Messaggero, sia la Lega che il M5S si sarebbero convinti che un aumento parziale dell'Iva sarebbe gestibile, anche a livello di comunicazione. Una ipotesi che si sta valutando è l'innalzamento dell'imposta per i beni non essenziali dal 22 al 23%, che garantirebbe un gettito di 4,5 miliardi e lascerebbe invariata la percentuale di prelievo sui beni d'uso comune. Un altro dossier sarebbe in preparazione anche su un aumento selettivo, che colpirebbe cioè solo alcune categorie di beni considerate "di lusso", con un obiettivo di gettito, anche in questo caso, di circa 4,5 miliardi di euro. Leggi anche: Patrimoniale, i tecnici del Mef al lavoro: lo spettro della maxi-tassa

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