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Nutella, il miracolo di Giovanni Ferrero: dopo la prematura scomparsa del fratello Piero...

Davide Locano
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Il successo più recente di casa Ferrero si chiamano Nutella Biscuits, ultima versione del prodotto più famoso della multinazionale di Alba. In tre settimane ha venduto 2,6 milioni di confezioni contenenti 57 milioni di biscotti. Un successo che deve aver sorpreso anche i dirigenti del gruppo visto che nei supermercati è difficile trovarli. Certo una componente importante del "boom" è rappresentato dall' effetto novità. Resta il fatto che proiettando sull' anno i risultati di queste prime tre settimane il fatturato dovrebbe raggiungere la soglia di 130 milioni. Ben oltre la soglia degli ottanta previsti. Né mancano le prospettive di crescita. Il mercato italiano dei biscotti vale 1,2 miliardi e il leader assoluto è il Mulino Bianco. La Barilla, finora aveva respinto tutti gli assalti (a cominciare dal derby con la Parmalat ai tempi di Calisto Tanzi). Ora dovrà fronteggiare un' offensiva che, fino a un paio d' anni fa sembrava lontana. Leggi anche: Nutella Biscuits introvabili al supermercato? Ecco cosa c'è dietro Per Giovanni Ferrero (che rivaleggia con Leonardo Del Vecchio per il primo posto nella classifica dei Paperoni italiani) si tratta del maggior successo commerciale della sua gestione. Il successo in un settore come i biscotti che non appartiene alla tradizione del gruppo, rappresenta la consacrazione del suo ruolo di capo azienda cui, per molti versi è arrivato per caso. EREDE DESIGNATO L' erede designato per guidare il gruppo era il fratello Pietro, morto prematuramente nel 2011. Così, dopo la scomparsa di papà Miche nel 2015, è toccato a Giovanni prendere le redini della più grande multinazionale alimentare italiana: 11 miliardi di fatturato, 35mila dipendenti, trenta stabilimenti, sei aziende agricole. Alcuni prodotti di gran successo a cominciare dalla Nutella o i Rocher bisognosi però di essere rinnovati. La storia racconta che Michele, papà di Giovanni e fondatore del gruppo, prima di lanciare un nuovo prodotto si riunisse con i suoi collaboratori per lunghe prove d' assaggio. Solo i risultati che lo soddisfacevano venivano messi sul mercato. Forse anche per via di questo esame così severo, la crema di nocciole "Made in Ferrero" resiste a ogni concorrenza compreso il "Pan di stelle" della Barilla. La storia non racconta se Giovanni abbia sottoposto i biscotti imbottiti di Nutella ai test cari a suo padre. Resta il fatto che ha mostrato doti imprenditoriali che qualcuno non gli riconosceva. La sua vera passione, infatti, sono i libri. Ne ha pubblicati sette negli ultimi dieci anni. Avrebbe continuato visto che l' ultimo è uscito due anni fa. CAMBIO DI ROTTA Si è trovato alla testa del gruppo facendo delle operazioni che il vecchio Michele non avrebbe nemmeno preso in considerazione. Compreso un raid di Borsa per acquisire con un' Opa, la britannica Thorntons (investimento 156 milioni di sterline). Il gruppo di Alba aveva provato, sempre a Londra, nel 2010 ad acquisire Cadbury, ma senza riuscirci vista anche per la riluttanza di Michele. Con Giovanni Ferrero è cominciata la campagna acquisti soprattutto sui mercati globali. Quattro operazioni importanti negli ultimi tre anni (i biscotti Delacre in Belgio, i dolciumi di Nestlé e i biscotti e gli snack di Kellogg' s negli Usa e, lo scorso luglio, i biscotti Royal Dansk e Kjeldsens in Danimarca). Acquisizioni che hanno portato Ferrero al terzo imposto nel mondo e sono servite «per acquisire know-how», per il lancio di Nutella Biscuit. La rivoluzione di Giovanni, però, non si è fermata qui. Ha cambiato anche la governance. Due anni fa ha nominato amministratore delegato Lapo Civiletti. Per la prima volta in settant' anni la guida operativa del gruppo non è in mano alla famiglia. Sue due cose, però Giovanni non abbandona gli insegnamenti di papà Michele: niente Borsa e grande attenzione al territorio e ai dipendenti. Nell' ultimo contratto è arrivato un premio di duemila euro a testa. di Nino Sunseri

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