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Alitalia come Air France?

di AdnKronos domenica 14 ottobre 2018

2' di lettura

Roma, 13 ott. (AdnKronos) - E' Air France-Klm l'unico tra i grandi gruppi nei cieli europei ad avere nel suo azionariato una presenza dello Stato. Al socio pubblico fa capo il 14,3% del capitale. Una quota analoga a quella che il Tesoro (si parla di una partecipazione fino al 15%) potrebbe arrivare a detenere in Alitalia e che, nelle ultime ore, è diventata pomo della discordia tra il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e il titolare del Mef, Giovanni Tria. Oltre allo Stato, l'azionariato del gruppo franco-olandese schiera big internazionali del trasporto aereo, come la statunitense Delta con l'8,80% e la cinese China Eastern (due nomi, questi, peraltro circolati anche per Alitalia quali possibili partner industriali); i dipendenti con il 3,9%. Il 63,9% è, invece, capitale flottante. Lufthansa è stata una compagnia statale e compagnia di bandiera fino al 1994. Ora, il colosso tedesco, prima compagnia in Europa e settima al mondo, ha un azionariato partecipato da investitori istituzionali come BlackRock, Lansdowne Partners, Norges Bank e piccoli azionisti. Anche Iag, la holding multinazionale anglo-spagnola, nata nel 2011 dalla fusione delle compagnie aeree di bandiera di Regno Unito e Spagna, ovvero British Airways e Iberia, annovera nella compagine azionaria fondi, Blackrock, Europacifi Growth, Lansdowne, Invesco, oltre al socio industriale Qatar Airways. Dalle grandi alle compagnie di medie dimensioni, lo scenario cambia e la presenza pubblica è decisamente più forte. Particolare è il caso di Tap Portugal, che nel giro di pochi anni è stata semi-privatizzata per poi tornare pubblica. Nel 2015, Atlantic Gateway, un consorzio formato dall’imprenditore brasilo-americano David Neeleman (fondatore di JetBlue) e da Humberto Pedrosa, proprietario di una nota compagnia di autobus portoghese, aveva acquistato il 64% delle quote di Tap e allo Stato rimaneva il 34% delle azioni e la quota restante ai dipendenti. Le cose cambiano, però, con l'arrivo del governo socialista: lo Stato ritorna al 50% e Atlantic Gateway scende al 45% mentre sale al 5% la quota riservata ai dipendenti. Nella compagnia scandinava Sas, il governo svedese detiene una quota del 14,8% e il governo danese del 14,2%. La compagine azionaria schiera poi fondi quali, tra gli altri, Knut and Alice Wallenberg’s foundation, State Street Bank Trust e Norges Bank.

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