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Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo e l'amaro addio: "Ormai è americana, Marchionne sarà presidente"

di Giulio Bucchi domenica 14 settembre 2014

2' di lettura

La Ferrari "è americana", e forse il nuovo presidente sarà Sergio Marchionne: profezia, amara, di Luca Cordero di Montezemolo. La sua domenica nera passa da tue tappe: il siluramento in diretta dal Forum di Cernobbio, ad opera dello stesso ad di Fiat Chrysler Marchionne, e il flop totale a Monza, nel Gp d'Italia, con il disastro della Rossa. Marchionne ha definito Montezemolo "non indispensabile", modo gentile (fino a un certo punto) per annunciarne l'addio dopo sei anni di fallimenti sportivi senza Mondiali conquistati. Parole "ingenerose", le avrebbe definite Luca Cordero secondo il Corriere della Sera, che riporta alcune riflessioni malinconiche del presidente uscente del Cavallino. Montezemolo, a margine del Gp "di casa", ha ricordato come quando nel 2000 Michael Schumacher riuscì a conquistare il suo primo titolo, "erano 21 anni che Maranello non vinceva un campionato mondiale. La Mercedes l'ultimo lo ha vinto nel 1955". La rottura con John Elkann - In 23 anni alla guida della Ferrari, non consecutivi, Montezemolo ha portato a casa 14 titoli mondiali (8 costruttori e 6 piloti) e 118 vittorie nei Gran premi. Ma nello sport, come nell'economia, la riconoscenza se c'è ha comunque una data di scadenza. E sicuramente la Ferrari, come la Fiat, non è più una azienda familiare, un gioiellino da coccolare. Semmai, un marchio da sfruttare. Montezemolo si sarebbe sentito "tradito" dalla famiglia Agnelli: nel 2010 era stato lui a lasciare il timone di Fiat a John Elkann, dopo aver guidato la casa torinese nel periodo più difficile, dal 2004, sull'orlo del fallimento. Diventato consigliere d'amministrazione, Montez è stato fatto fuori dal rinnovato cda della Fca, nata dalla fusione di Fiat e Chrysler, la creatura di Marchionne, di fatto nuovo signore della Fiat. Secondo le regole delle grandi corporation, servono molti consiglieri "indipendenti" e Montezemolo, in qualità di presidente Ferrari, non rientrava tra questi. Di sicuro, l'esclusione gli ha fatto male, tanto da non essersi presentato nemmeno in un'occasione mondana ufficiale come il decimo anniversario di matrimonio tra Elkann e Lavinia Borromeo, giovedì scorso. La Rossa a Marchionne? - "E' finita un'epoca - ha confidato a Monza - la verità è che ormai la Ferrari è americana". Il rischio, sussurra, è che possa "diventare come la Lamborghini". Un marchio da sfruttare, insomma, senza troppi vincoli affettivi o legami geografici. Perché si sta pur sempre parlando del "marchio più conosciuto al mondo". Giovedì prossimo potrebbe arrivare la staffetta: dentro Marchionne, fuori Montezemolo. Si tratterebbe di trovare solo una cospicua buonuscita economica.  

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