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Sondaggio, gli italiani contro tasse ed Europa

di Lucia Esposito martedì 31 dicembre 2013

agenzia delle entrate

2' di lettura

Gli italiani sempre più sfiduciati nei confronti del governo, della politica e dei partiti. La fotografia scattata dalla XVI indagine di Demos per Repubblica ha le tinte fosche di questo periodo di grave crisi economica e incertezza politica. Emerge prima di tutto un grande distacco dalle istituzioni politiche e di governo. Perde sei punti il presidente della Repubblica, perdono meno consensi il Parlamento e i partiti politici ma questo solo perché non avevano molto da perdere e così adesso il loro "monte" fiducia precipita al di sotto del dieci per cento.I magistrati vicino al 40% dei consensi sono lontani dal 70% di gradimento di cui godevano negli anni di Tangentoppoli. Precipita la fiducia nell'Europa che ha perso ben undici punti in un anno. Gli italiani non guardano più a Bruxelles ma pensano alle proprie tasche. Per questo chiedono di abbassare le tasse: il 70 per cento ritiene sia prioritario ridurre la pressione fiscale mentre una decina di anni fa si chiedeva soprattutto un miglioramento dei servizi.    Papa Francesco superstar La sfiducia degli italiani travolge tutte le istituzioni tranne le Forze dell'ordine e ancora più la Chiesa. Sempre secondo il sondaggio realizzato da Repubblica, infattui, cresce la fiducia nelle forze di polizia per il crescente bisogno di sicurezza. Poi c'è la Chiesa. Papa Francesco e la sua capacità di comunicare i valori in modo popolare hanno avuto un effetto immediato in termini di consensi sugli italiani. Un linguaggio chiaro, semplice, immediato ha fatto centro nel cuore della gente.  Le previsioni - E non sono affatto ottimisti, gli italiani. Il futuro, almeno quello immediato, non promette nulla di buono. Quasi sei persone su dieci pensano che la crisi durerà almeno altri due anni. Circa il 53% del campione ritiene inutile fare progetti per il futuro. Un altro dato che emerge è che, nonostante la sfiducia nei confronti della politica, la partecipazione sociale è aumentata. Infatti cinque italiani su dieci dichiarano di aver frequentato nel corso del 2013 manifestazioni politiche di tipo tradizionale e nuovo. Oltre sei affermano di essere stati coinvolti in attività di partecipazione sociali. La mobilitazione dei cittadibni sottende anche una reazione di sfiducia contro gli attori e le itituzioni della democrazia rappresentativa. 

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