Milano, 22 mag. (Adnkronos) - I patti parasociali non lo prevedono, ma il nuovo management di Sea, la societa' che gestisce gli aeroporti milanesi, potrebbe essere il frutto di un gentlemen's agreement tra i soci piu' forti: il Comune di Milano con il 54,81% e la societa' di Investimenti F2i con il 44,31%. La mina da 360 milioni sospesa a Bruxelles fa sempre paura e una soluzione che tenga conto del peso del secondo azionista il Comune la deve comunque trovare. E dopo le frizioni legate alla mancata quotazione, a quanto apprende l'Adnkronos,le parti starebbero lavorando sottotraccia cercando di far convergere gli interessi. Sono ipotesi che rimbalzano tra gli addetti ai lavori e rese piu' facili dallo slittamento dell'approvazione di bilancio, ma nella stanza dei bottoni, al di la' di un presidente espressione dell'azionista di maggioranza, potrebbe approdare un uomo vicino al fondo F2i, magari pescato nella ragnatela del sistema aeroportuale messo insieme da Vito Gamberale. D'altronde, secondo alcuni osservatori, mantenere Bonomi nella posizione di direttore generale potrebbe rivelarsi complicato. Non solo perche' a quanto sembra il fondo di investimenti gradirebbe una soluzione differente, ma anche perche' la sua esperienza e conoscenza della macchina potrebbero sminuire involontariamente la figura del nuovo presidente, creando inutili tensioni gestionali.Nel totonomine, comunque, nonostante il Comune non abbia ancora vagliato le candidature, rimbalza per la presidenza il nome del banchiere Pietro Modiano e nei giorni scorsi sono circolate voci anche sull'economista Marco Vitale e il finanziere Francesco Micheli.