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Tares, iva e Imu: stangata da 5 miliardi

Un'altra stangata si abbatte sui conti delle famiglie italiane: tutte le scadenze
di Lucia Esposito domenica 24 marzo 2013

2' di lettura

Al peggio non c’è mai fine. Se le famiglie e le imprese italiane pensavano di essere già stati spremuti come limoni sull’altare della crisi, non avevano ancora fatto i conti con la prossima stangata, pronta ad abbattersi nella seconda metà dell’anno. Si tratta degli aumenti dell’Iva e della nuova Tares che peseranno sui bilanci dei privati e dell’Imu per gli immobili d’impresa. Da queste imposte in arrivo il governo pensa di raschiare altri 5 miliardi, in realtà già bruciati dall’incremento dello spread di queste ultime settimane e dal maggior costo per interessi che lo Stato sarà obbligato a pagare se vuole rendere appetibili i suoi titoli di debito. IVA - L’aliquota ordinaria dell’Imposta sul valore aggiunto salirà dal primo luglio dal 21 al 22%. Salvo interventi in corner. Perché l’ultimo aumento, dal 20 al 21%, ha in realtà determinato, per la situazione di crisi in cui versa il Paese, un calo del gettito. Il governo uscente guidato da Mario Monti, da questo ulteriore rincaro dell’Iva aveva preventivato un introito aggiuntivo di 2,1 miliardi, una stima fatta sui consumi invariati. Ma il calo dei consumi registrato al primo aumento dell’imposta potrebbe far cambiare idea al prossimo esecutivo. Che, comunque, dovrà trovare un’alternativa. L’incremento dell’Iva peserà sui beni di largo consumo come abbigliamento, elettrodomestici e servizi, per un costo aggiuntivo calcolato, per la sola ultima parte dell’anno,  tra i 20 e i 60 euro per famiglia.   TARES - Quando si parla di semplificazione tributaria non si pensa certo a un’inasprimento delle imposte. È quanto invece avviene dall’introduzione della Tares, la nuova imposta sui rifiuti, in vigore dal primo luglio, che prenderà il posto della Tarsu e della Tia. Il nuovo tributo razionalizzerà il prelievo ma, alla fine, si tradurrà in maggiori entrate per il Fisco. La Tares peserà di più sulle famiglie numerose, visto che terrà conto del numero di persone che vivono all’interno di una unità immobiliare, e sulle imprese che producono più rifiuti. Secondo alcuni calcoli, la Tares porterà un incremento stimato di circa il 14% per una famiglia di tre componenti, ma in caso d’adozione dell’aliquota massima può arrivare anche al 19%. Le famiglie di 5 e più componenti subiranno un incremento medio di quasi il 30 per cento. Al contrario, le famiglie poco numerose potrebbero registrare un beneficio e quelle costituite da un solo componente potrebbero risparmiare circa il 3 per cento. IMU - La rimodulazione dell’Imu per i fabbricati produttivi delle imprese si traduce, anche in questo caso, in una fregatura. Da quest’anno sarà lo Stato a incassare direttamente l’Imu sugli immobili d’impresa (gruppo D) al posto dei Comuni. L’aliquota è dello 0,76% ma ogni Comune ha la possibilità di portarla all’1,06%, trattenendosi la differenza. Se tutti i Comuni applicassero l’aliquota massima, l’uscita aggiuntiva per le imprese toccherà 1,5 miliardi. Senza contare l’eliminazione automatica di tutte le agevolazioni fin qui previste a livello locale e l’aumento del moltiplicatore. Nella peggiore dell’ipotesi, le imprese dovranno sacrificare sull’altare della crisi anche 1,9 miliardi aggiuntivi. A.S.

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