(Adnkronos) - A soffrire maggiormente il razionamento del credito, invece, sono le imprese artigiane, che hanno visto diminuire, da giugno a dicembre 2011, lo stock di finanziamenti del 3,1 per cento. "Nonostante il calo di risorse creditizie - ha detto Stelvio Gauzzi -, l'artigianato si sforza di creare maggiore ricchezza, rispetto alle altre aziende. Per produrre cento euro di valore aggiunto, ne utilizza, infatti, soltanto trentuno di credito, mentre le imprese non artigiane hanno bisogno di centoventisei euro, per realizzarne cento di valore aggiunto". "I nostri dati - ha concluso il segretario di Confartigianato Imprese Perugia - confermano che la situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione, rimane molto critica. Non bisogna abbassare la guardia. Serve uno sforzo comune per trovare soluzioni che invertano questa tendenza. Il credito e' il carburante indispensabile per rimettere in moto l'economia e ridare slancio e fiducia ai nostri imprenditori".