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Le agenzie di rating alla sbarraSette manager di S&P e Fitchaccusati di aver manipolato il mercato

L'inchiesta della Procura di Trani era stata avviata dopo gli esposti delle associazioni dei consumatori per gli attacchi speculativi al mercato finanziario italiano
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 18 novembre 2012

3' di lettura

  Sette manager delle agenzie di rating finiscono alla sbarra. La Procura di Trani ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per 7 persone, 5 responsabili di Standard & Poor's e 2 responsabili di Fitch, mentre è stata avanzata richiesta di archiviazione per i restanti 2 responsabili dell'Agenzia di rating Moody's. Si sono concluse cosi, dopo due anni, le indagini preliminari su presunte condotte illecite di responsabili delle tre principali agenzie di rating operanti a livello mondiale. L'inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Michele Ruggiero, riguardava il cosiddetto "market abuse". Le agenzie di Rating, che esprimono valutazioni sul "rischio di credito" di un soggetto (privato/pubblico) che emette obbligazioni, devono rispettare rigorose normative europee emanate a livello di regolamenti e sono sottoposte alla vigilanza dell'Autorità indipendente ESMA, che può unicamente sindacare la corretta osservanza della normativa di settore, senza entrare nel merito delle libere "opinioni-valutazioni" delle Agenzie. Dopo aver provveduto a notificare nei mesi scorsi gli avvisi di conclusione indagini a 9 persone, prevalentemente di nazionalità estera, per le ipotesi di reato di manipolazione del mercato e aggiotaggio, con le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante gravita', la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 di loro e l'archiviazione per i restanti. L'inchiesta della Procura di Trani era stata avviata dopo gli esposti dei legali rappresentanti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori nei confronti di analisti finanziari della Standard & Poor's in relazione agli attacchi speculativi al mercato finanziario italiano conseguenti alla diffusione, a mercati aperti, di una "nota", da parte della citata agenzia di rating, con la quale si criticava la manovra finanziaria del governo italiano, prima della sua pubblicazione ufficiale. Le richieste di rinvio a giudizio riguardano Deven Sharma, presidente della Standard & Poor's Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011, Yann Le Pallec, Managing Director Head of Insurance Rating della Standard & Poor's sede di Londra, Eileen Zhang, Associate Director, Sovereign Rating della Standard & Poor's sede di Londra, Franklin Crawford Gill, Senior Director of European Sovereign Ratings, della Standard & Poor's sede di Londra, Moritz Kraemer, Managing Director European Sovereign Ratings, della Standard & Poor's sede di Francoforte, ritenuti tutti responsabili di manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata perchè, dipendenti apicali dell'Agenzia Standard & Poor's nelle loro rispettive qualità di presidente mondiale e responsabile per l'Europa della predetta Agenzia (Sharma e Le Pallec), nonchè di analisti "senior" del debito sovrano (Zhang, Gill e Kraemer), in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi "ponevano in essere una serie di artifici" tanto nell'elaborazione, quanto nella "diffusione" dei rating sul debito sovrano italiano "concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizi dell'Italia sui mercati finanziari, una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani, segnatamente un loro deprezzamento, un indebolimento dell' Euro. Le altre due richieste di rinvio a giudizio, invece, riguardano David Michael Willmoth Riley, capo Rating Sovrano dell'Agenzia di Rating Fitch, sede di Londra ed Alessandro Settepani, Senior Director della Fitch Italia con sede a Milano per l'ipotesi di reato di manipolazione del mercato pluriaggravata perchè nelle rispettive qualità di analisti economico-finanziari dei debiti sovrani e dipendenti con funzioni apicali dell'Agenzia Fitch rilasciavano indebiti annunci preventivi di imminente declassamento della Repubblica Italiana (declassamento non ufficialmente decretato dall'Agenzia Fitch fino al 27/1/2012), così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari.   

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