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Moody's taglia il rating al Portogallo

Decisione presa sulla base del rapporto Debito/Pil. E la Bce rianima la polemica contro "l'oligopolio anglosassone" nella valutazione della salute finanziaria degli Stati
di Paolo Franzoso mercoledì 14 luglio 2010

1' di lettura

Moody's abbassa  il rating del Portogallo da Aa2 ad A1. Il declassamento di due punti è stato deciso sulle stime di un peggioramento a medio termine dei conti pubblici e sulle deboli prospettive di crescita economica. Il debito pubblico, secondo i dati dell’agenzia, aumenterà più che proporzionalmente al Pil e alle entrate per almeno 2-3 anni, raggiungendo circa il 90% del Prodotto Interno Lordo. Ue contro le agenzie di rating – Prima che venisse comunicato il taglio sull’affidabilità dei titoli di stato portoghesi, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, in un’intervista al quotidiano francese Libération, aveva indirettamente attaccato “l’oligopolio” anglosassone delle tre principali agenzie di rating (Moody’s, Fitch e Standard and Poor’s). A detta del governatore della Banca Centrale della zona Euro “le agenzie di rating in generale hanno la tendenza ad amplificare i movimenti al rialzo o al ribasso dei mercati finanziari” e ciò “danneggia la stabilità finanziaria”. Autosorveglianza - Il problema è reale perché l’autorevolezza delle agenzie di rating causa squilibri nel mercato non appena operano un taglio. A inizio maggio, il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, aveva ventilato l’ipotesi di costituire un’agenzia europea, soprattutto per valutare il debito pubblico dei Paesi Ue: un modo per tutelarsi e proteggere le economie da speculazioni. Ieri, il presidente dell’Ue, il belga Van Rumpey ha comunicato – a seguito del vertice dei ministri delle Finanze - che dal 2011 i membri controlleranno reciprocamente i conti pubblici.

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