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Pomigliano d'Arco, l'accordo punto per punto

Ecco che cosa cambia dopo l'intesa tra Fiat e sindacati nello stabilimento campano
di Andrea Tempestini giovedì 30 dicembre 2010

2' di lettura

Ecco, punto per punto, che cosa cambia dopo l'intesa tra Fiat e  sindacati per i lavoratori dello stabilimento campano di Pomigliano d'Arco. INVESTIMENTI - Sono previsti 720 milioni di euro di investimento per la produzione del modello Nuova Panda. CONTRATTO - L'accordo prevde la fuoriuscita dal sistema confindustriale e l'abbandono del contratto nazionale. OCCUPATI - Viene garantito l'impiego a circa 4.600 dipendenti diretti e altri 10.000 occupati nell'indotto. Le assunzioni cominceranno a gennaio. I primi saranno tecnici e impiegati. In primavera sarà il turno degli operai. AUMENTI SALARIALI - Viene prevista una maggiorazione del salario base di oltre 360 euro lordi all'anno, che su base mensil sono circa 30 euro lordi, pari a 20 netti in busta paga. Nel livello medio dei nuovi minimi tabellari ci sarà il maggior incremento, che mediamente peserà per circa 100 euro in più rispetto al contratto passato. PROFILI PROFESSIONALI -  Con la fuoriuscita dal contratto nazionale, si passa da 7 a 5 gruppi professionali, con le relative fasce al loro interno. Prevista anche la revisione normativa delle figure professionali più alte. I lavoratori potranno percepire il Tfr e cominciare di nuovo a maturare cinque scatti di anzianità mantenendo il maturato. SINDACATI - Esattamente come accade a Mirafiori, hanno diritto alla rappresentanza (delegati, assemblee, raccolta quote e varie) solamente i sindacati firmatari dell'accordo, cui spetta anche la nomina dei delegati (ogni delegazione ne indicherà lo stesso numero). Per Fiom, che non ha sottoscritto l'accordo, niente diritti. LA NEWCO - I lavoratori verranno tutti riassunti da Fabbrica Italia Pomigliano. Con la firma del contratto di assunzione, il dipendente prende l'impegno a rispettare le specifiche regole del contratto di Pomigliano. Il mancato rispetto delle clausole fa scattare un'infrazione disciplinare e le relative sanzioni, che possono arrivare fino al licenziamento. I TURNI - La nuova organizzazione del lavoro sarà basata su 18 turni settimanali. Gli impianti di produzione verranno utilizzati per 24 ore al giorno e per 6 giorni alla settimana, sabato compreso. Quindi, di norma, un operaio lavorerà 6 giorni la prima settimana, e 4 la seconda. GLI STRAORDINARI - Le ore annue di straordinario imposto passano a 120 ora, 80 in più obbligatorie: prima erano 40. I sabati lavorativi passeranno da 5 a 15. Gli straordinari dovranno essere comunicati almeno con quattro giorni di anticipo. LE PAUSE - Vengono ridotte da 40 a 30 minuti, mentre la pausa mensa viene spostata a fine turno. IMPEGNI SINDACALI - Per la cosiddetta clausola di responsabilità, oltre alle sanzioni individuali per i lavoratori, si impone ai lavoratori il rispetto degli impegni assunti dai sindacati. Per quel che riguarda lo sciopero, non se ne potrà proclamare uno nel caso in cui l'azienda abbia comandato lo straordinario. ASSENTEISMO E MALATTIA - Nel caso si verifichino picchi di assenze per malattia collegati a scioperi, manifestazioni esterne o messe in libertà per cause di forza maggiore o mancanza di fornitura, l'azienda si riserva di non retribuire per i primi tre giorni.

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