Dl Sostegni, condono fiscale ridotto. Guerra tra i ministri, indiscreto dal CdM: chi ha vinto, cosa cambia

Il Dl Sostegni è stato approvato dal Consiglio dei ministri dopo ore di forti tensioni a Palazzo Chigi. La riunione del governo, convocata per le 15, è slittata di 4 ore a causa del condono fiscale, uno dei cuori del provvedimento e misura molto contestata dentro la maggioranza. E così il condono fiscale c'è, ma ridotto e frutto di una serratissima, difficile trattativa con chi come Movimento 5 Stelle. Lega e Forza Italia puntava alla cancellazione integrale delle cartelle esattoriale non pagate e chi invece voleva imporre un limite. 

 

 

 



Confermata la soglia di 5.000 euro per le cartelle da stralciare, ma il condono copre un periodo più limitato: "solo" il decennio 2000-2010 anziché 2000-2015, come previsto inizialmente. Così la cancellazione delle tasse arretrate (bolli auto, Tari, Imu) si può chiedere solo con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro. La Lega, stando alle prime anticipazioni, dovrebbe aver ottenuto l’introduzione nel dl della riforma della riscossione.  

 

 

 


Il cuore del decreto è però il meccanismo dei ristori, trasformati appunto in "sostegni" forse per cancellare anche dal punto di vista lessicale il disastro del governo Conte. Sono 11 miliardi quelli che andranno a fondo perduto alle aziende fino a 10 milioni di fatturato (prima il tetto era di 5 milioni) che hanno subito perdite per oltre il 30% nel 2020. L’indennizzo (che non può superare i 150mila euro) sarà parametrato sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019, moltiplicata per due. La proiezione dell'Agenzia delle Entrate, illustrata in conferenza stampa dal ministro dell'Economia Daniele Franco, è che saranno 3 milioni i soggetti che riceveranno in media 3.700 euro. La ripartizione sarà fatta in base a 5 fasce decrescenti all’aumentare del fatturato: un indennizzo del 60% per le imprese con fatturato fino a 100mila euro, del 50% per quelle tra 100mila e 400mila euro, del 40% tra 400mila e 1 milione, del 30% tra 1 e 5 milioni e del 20% per quelle con fatturato tra i 5 e i 10 milioni di euro. Lo scarto maggiore rispetto al governo Conte è l'addio al calcolo dei ristori sulla base dei codici Ateco. Chi aveva già ottenuto i ristori 1, 2 e 3 avrà un’indennità extra. Ch era stato escluso, avrà iil "sostegno".