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Inflazione, aiuto: così si sta divorando i nostri risparmi

di Michele Zaccardi mercoledì 2 novembre 2022

3' di lettura

 L'inflazione si abbatte sui patrimoni degli italiani. Solo nei primi sei mesi dell'anno, i risparmi delle famiglie sono calati del 16% mentre la ricchezza netta è diminuita di oltre il 6%. Una perdita secca che non sarà recuperata. A quantificare l'impatto del carovita è stato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco in occasione della "Giornata mondiale del risparmio", organizzata dall'Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) e giunta alla sua 98esima edizione. In termini reali, ha sottolineato, il taglio dei risparmi delle famiglie «ha di poco superato il 16% risentendo dell'aumento dei prezzi per oltre 3 punti percentuali». Se si guarda ai valori assoluti, alla fine di giugno ci si è attestati sui 35 miliardi di euro, un livello superiore del 13% rispetto al periodo precedente alla Pandemia. «Nell'attuale fase congiunturale» ha spiegato Visco, «l'andamento del risparmio riflette spinte contrastanti. Da un lato, è sostenuto dalla risposta di natura precauzionale delle famiglie all'elevata incertezza sulle prospettive economiche; dall'altro, è indebolito dal tentativo di mantenere adeguati livelli di consumo a fronte del notevole acuirsi delle pressioni sui prezzi».

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SFUMATURE
Tuttavia, che l'inflazione cominci a mordere lo si vede soprattutto dal calo della propensione al risparmio, passata dal 13% degli ultimi tre mesi del 2021 all'11% del secondo trimestre di quest' anno. Ma da questi numeri emergono numerose sfumature. La capacità di risparmiare, infatti, ha detto Visco, è «molto diversa tra le famiglie» dal momento che l'inflazione, arrivata al 10,7% nell'area euro, incide maggiormente su alcune fasce sociali. Per molti nuclei a basso reddito «il risparmio potrebbe essere stato nullo o negativo» mentre si è concentrato nelle famiglie più benestanti, sulle quali l'incremento dei prezzi dei beni di prima necessità ha inciso di meno.

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Insomma, a rimetterci sono stati i ceti più poveri. Per questo, ha ribadito il governatore di Bankitalia, «non possiamo che auspicare e ricercare una rapida diminuzione della "tassa" da inflazione, per la stabilità dell'economia, per la protezione del risparmio e per il sollievo di chi più risente dell'eccezionale aumento dei costi energetici». Il tutto evitando, è questo il leitmotiv, una «vana rincorsa tra prezzi e salari», come quella avvenuta negli anni '70. Per riuscirci è indispensabile che la Banca centrale europea, dopo aver aumentato la settimana scorsa il tasso di riferimento di 75 punti base portandolo al 2%, prosegua nella sua strada con ulteriori rialzi. Ma all'evento organizzato da Acri era presente anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ribadito come la tutela del risparmio sia prevista dalla Costituzione. Un compito che è stato poi declinato in modo concreto dal nuovo ministro dell'economia, alla sua prima uscita pubblica, Giancarlo Giorgetti. «È necessario che il settore finanziario» ha sottolineato il titolare del Mef «assolva alla sua missione di aiutare i risparmiatori e gli investitori a compiere scelte consapevoli che indirizzino le loro risorse verso obiettivi ottimali, coerenti con una sana crescita del Paese».


NUOVI STRUMENTI
Un modo per farlo è destinare il risparmio, «anche attraverso nuovi strumenti, al sostegno dei processi di transizione digitale e green». Una posizione sposata anche dal presidente di Abi, Antonio Patuelli, secondo cui una misura da inserire già nella legge di bilancio potrebbe essere l'introduzione di una tassazione differenziata per «gli investimenti del risparmio a medio e lungo termine» e per le «operazioni speculative a breve o brevissimo termine». Un altro problema su cui intervenire è il fatto che gran parte della ricchezza finanziaria degli italiani non rimane nel nostro Paese ma si dirige all'estero. Un tema caro al padrone di casa, il presidente di Acri, Francesco Profumo, che ha sottolineato come soltanto il 5% dei risparmi delle famiglie venga investito in Italia, contro il 14% in Germania e il 34% in Francia. Quello che serve è «un'inversione di tendenza» per indirizzare la ricchezza accumulata sui conti correnti al finanziamento delle imprese del nostro Paese. «Tenere fermo il risparmio» come fa il 63% degli italiani, ha aggiunto Profumo, è «una grande occasione sprecata, perché impedisce che esso si trasformi in un potentissimo volano per lo sviluppo del Paese». 

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