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Pensioni, arriva quota 103: assegno anticipato, ecco chi gode

mercoledì 16 novembre 2022

2' di lettura

Sul fronte pensioni qualcosa si muove. Anche se l'ufficialità arriverà solo nelle prossime settimane, il governo potrebbe aver trovato una soluzione per evitare il ritorno alla Fornero. Si tratta di Quota 103, una mini-riforma per il 2023. Nella legge di Bilancio c'è infatti la volontà dell'esecutivo di permettere di lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai requisiti della Fornero, ossia 62 anni d'età e 41 di contribuzione, ma solo per l'anno che verrà. In alternativa si può sfruttare Opzione donna e Ape sociale. Non ci sarà molto altro nella Legge di Bilancio.

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Ma quanti sono i lavoratori che potranno usufruire della mini-riforma? A conti fatti si parla di quasi 45mila lavoratori. Per un costo - spiega Il Sole24Ore, che "dovrebbe avvicinarsi ai 700 milioni, rendendo così possibile la destinazione della restante fetta della dote al prolungamento di un anno di Opzione donna, che consente alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata con il ricalcolo contributivo dell’assegno, e dell’Ape sociale". Secondo altre stime pubblicate sempre dal quotidiano di Confindustria, una Quota 102 per il 2023, costruita su 61 anni di età e 41 di contributi, sarebbe costata molto di più: oltre 1,3 miliardi sempre nel solo 2023, con 89mila soggetti interessati. 

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Oltre a Quota 103, come anticipato, vengono confermate Ape sociale e Opzione donna. In questo caso l'anticipo pensionistico è permesso a specifiche categorie di lavoratori che abbiano raggiunto una certa età anagrafica. La prima è un’indennità da parte dello Stato destinata a soggetti - per ora basata su 63 o più anni di età in particolari condizioni di difficoltà - che hanno necessità di un aiuto economico prima di poter accedere alla pensione di anzianità. La seconda, invece, permette di lasciare il lavoro, ricalcolando tutto l'assegno col sistema contributivo, avendo però maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età anagrafica pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome. 

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