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Benzina, prezzi alle stelle: ecco chi ci sta fregando

di Attilio Barbieri venerdì 6 gennaio 2023

3' di lettura

Dopo settimane di ribassi ieri le quotazioni del petrolio sono tornate a salire. Il Brent ha chiuso la seduta a 78,7 dollari al barile, in rialzo dell'1,1% e il Wti a quota 73,67 dollari (+1,14%). Poca roba. I corsi del greggio restano su valori che non si vedevano da mesi. Sotto gli 80 bigliettoni al barile. Nonostante questo i carburanti alla pompa sono saliti in questi giorni oltre i 18 centesimi di sconto sull'accisa scaduti il 31 dicembre. E ancora prima avevano registrato un rimbalzo slegato dall'andamento della materia prima. Nell'ultima settimana di dicembre, il prezzo medio alla pompa della benzina era cresciuto dell'1,16% rispetto ai sette giorni precedenti. Un andamento che giustifica l'allarme lanciato ieri dal ministro per l'Energia Gilberto Pichetto Fratin. «Il prezzo dei carburanti sopra i 2 euro? Oggi è solo speculazione», ha sottolineato in un'intervista a La Stampa, difendendo la scelta di non rinnovare il taglio alle accise e preannunciando un intervento dell'esecutivo, qualora i prezzi alla pompa dovessero restare alti: «Se i rialzi dovessero essere strutturali il governo è pronto intervenire di nuovo».

VECCHIA POLEMICA
Una presa di posizione che ha riattizzato una vecchia polemica sugli andamenti divergenti tra materia prima - il petrolio - e i carburanti raffinati. Paolo Uniti, segretario generale della Figisc Confcommercio (gestori impianti stradali carburanti) rimanda al mittente le accuse di speculazione sui prezzi di benzina e diesel al distributore, dopo l'aumento dei listini. «La speculazione sicuramente non ci può essere a valle della filiera, ma aggiungo - precisa all'agenzia Gea - che prezzi alti fanno male alle compagnie, ai grossisti, agli stoccatori e ai distributori». «C'è una differenza tra gas e carburanti. Non possiamo fare a meno del metano per cucinare o scaldarci, anche se la bolletta è molto alta. Mentre - sottolinea Uniti - se il prezzo alla pompa sale troppo, è possibile ridurre il consumo di carburanti danneggiando gli stessi operatori e le compagnie. Ecco perché non può esistere speculazione sui prezzi praticati al distributore». A parere di Uniti, fra l'altro, «nelle prossime settimane dai dati sull'occupazione Usa diffusi ieri, con 235mila assunzioni registrate a dicembre nel settore privato, ben 90 sopra le attese, mentre le retribuzioni sono cresciute del 85 7,3% rispetto al dicembre 2021.

SEGNALI PREOCCUPANTI
E se da un punto di vista della politica monetaria un numero così elevato di nuovi occupati sono l'anticamera per rialzi bruschi dei tassi da parte della Federal Reserve, potrebbero far presagire il rafforzamento della domanda di mercato. Elemento di per sé più che sufficiente a indurre gli analisti a prevedere tensioni proprio sul fronte dei prezzi energetici. Ma da qui in poi il terreno delle previsioni diventa più accidentato di quanto possa esserlo tuttora. L'unica certezza è che qualora il prezzo alla pompa di verde o gasolio dovesse toccare i 2 euro, il governo è pronto a intervenire. Come è presto per dirlo. Ma che sul mercato dei carburanti si agitino i fantasmi di una speculazione vecchia quanto l'invenzione del motore a scoppio è testimoniato dalla decisione dell'Antitrust polacca che ha aperto ieri un'inchiesta proprio sui prezzi alla pompa. Purtroppo le manovre sui corsi spesso sono partite dall'origine, il cartello dell'Opec che apre e chiude i rubinetti per influenzare le quotazioni. E in un mercato dominato da mani così forti, perfino le "manine" degli intermediari possono fare gravi danni. potremmo assistere a una riduzione dei prezzi dei carburanti. Attualmente le quotazioni del Brent, il petrolio di riferimento del mercato europeo, sono intorno agli 80 dollari, mentre nei depositi magari c'è petrolio acquistato nelle settimane scorse quando il Brent quotava oltre 90 dollari. La discesa dei prezzi - conclude il rappresentante dei gestori - nel mercato dei carburanti è più lenta». Certo, all'inizio di febbraio scatterà l'embargo totale sul greggio russo, e dunque non mancheranno nuove tensioni. Resta da capire, fra l'altro, quali saranno gli effetti del surriscaldamento dell'economia americana testimoniato

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