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Marina e Pier Silvio Berlusconi, "quando vendere Fininvest": il patto tra fratelli

venerdì 15 settembre 2023

2' di lettura

"Avete visto?". Marina Berlusconi non nasconde la soddisfazione per l'accordo raggiunto in famiglia sulla successione al padre Silvio, scomparso lo scorso 12 giugno. "Avete letto il comunicato - premette la presidente di Fininvest e primogenita del Cav -.Voglio giusto sottolineare quanto sia bella questa dimostrazione di armonia e di unità all'interno della famiglia e quanto sia bello per il nostro papà perché ci ha educati a questi sentimenti. E' stato un grande uomo e anche un grande papà". Le parole di Marina, pronunciate a margine dell'assemblea di Confindustria, allontanano ogni ombra e zittiscono le voci di possibili attriti tra i cinque fratelli, due di primo letto (la stessa Marina e Pier Silvio), e i tre figli di Veronica Lario, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi.

Una delle domande cruciali che dal giorno della scomparsa dell'ex premier si fanno gli operatori del settore è la seguente: "E se la Fininvest fosse messa in vendita?". Scenario estremo, ma non così impossibile. Cosa succederebbe se tra i fratelli si creasse una maggioranza azionaria disposta a trattare per la cessione di fronte a una offerta allettante? 

A quanto si apprende, scrive il Corriere della Sera, questa eventualità "è stata contemplata nei patti tra i cinque fratelli Berlusconi che con l'accettazione dell'eredità paterna hanno dato il via alla nuovo assetto del gruppo. Le clausole 'tag along' e 'drag along', abbastanza frequenti anche nelle operazioni di private equity, regolano questa eventualità".

Nel complicato tetris azionario, ci sono due maggioranze minime possibili, predisposte da Berlusconi nel testamento: Marina e Pier Silvio insieme, oppure uno tra loro due più due tra Barbara, Eleonora e Luigi. Ognuno dei fratelli è peraltro libero di cedere le proprie azioni. Ma il nuovo statuto Fininvest "sono previste clausole di covendita in caso di offerta di terzi per la maggioranza", spiega il Corsera. Tecnicamente, "il tag along fa scattare il diritto per le minoranze di cedere anche le loro quote allo stesso prezzo; il drag along, invece, prevede il diritto della maggioranza di 'trascinare' nella vendita anche le azioni delle minoranze alle stesse condizioni". Tutto è congelato per i prossimi cinque anni, conseguenza del "lock up", l'impegno formale dei fratelli a non vendere perlomeno fino al 2028. Lo statuto rinnovato di Fininvest e di tutte le holding del gruppo "sono allegati ai due patti di sindacato: quello tra Marina e Piersilvio e quello di entrambi con gli altri tre fratelli". Il prossimo 30 novembre le assemblee straordinarie delle holding daranno il via libera alle nuove governance e alle relative modifiche. 

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