Parte l'assegno di inclusione

Rdc, è finita: arriva il nuovo reddito, chi avrà l'assegno

Sandro Iacometti

Prima si è detto (scoop di Repubblica) che la misura non sarebbe partita in tempo perché il governo era in ritardo e i decreti in alto mare. Notizia smentita praticamente in tempo reale con il documento bollinato dalla Ragioneria generale, il provvedimento in Gazzetta ufficiale e la circolare dell’Inps subito emessa con le istruzioni per l’uso. Risultato: da oggi, addirittura in anticipo sulla tabella di marcia (si doveva partire a gennaio) sulla piattaforma dell’Istituto di previdenza potranno essere presentate le domande per il nuovo Assegno di inclusione (Adi) che sostituirà il Reddito di cittadinanza. Questione risolta? Macché. C’è un altro problema, ancor più grave. Secondo uno studio di Bankitalia di qualche giorno fa (altro scoop di Repubblica) rispetto ai 2,1 milioni di nuclei coperti dal vecchio sussidio grillino, l’Adi, a causa di criteri più stringenti, arriverà solo a 1,2 milioni di famiglie.

 

 

La notizia è talmente dirompente che Elly Schlein, da qualche giorno in crisi di nervi per il micidiale impatto mediatico della kermesse di Fratelli d’Italia e ieri persino chiamata in causa direttamente («Cara Elly, tu puoi decidere di non partecipare, ma non è un motivo per insultare tutti quelli che hanno accettato di partecipare solo perché hanno un coraggio che a voi difetta», ha detto il premier nel suo intervento finale) ha deciso di ghermirla con forza per lanciare la controffensiva a Giorgia Meloni. «Mentre fa festa ad Atreju», ha tuonato la segretaria del Pd, «il governo lascia 900mila famiglie in povertà senza nessun tipo di aiuto, fa cassa sui poveri solo per finanziare i suoi condoni fiscali. Cara Giorgia, non continuate a insultare gli italiani. Una volta si diceva panem et circenses, voi alle famiglie il pane lo state togliendo».

 


DISINCENTIVO Colpita e affondata? Non proprio. Leggendo con più attenzione il lavoro degli esperti di Via Nazionale che certifica la riduzione della platea e un minore impatto sulla povertà della nuova misura, infatti, si scopre che «la natura non -comportamentale del modello non consente di tenere in considerazione eventuali variazioni nei comportamenti individuali, come per esempio nell’offerta di lavoro, a seguito della riforma». Come come? Cerchiamo di capire meglio. «Uno schema di reddito minimo garantito meno esteso, limitando il ricorso al beneficio», prosegue lo studio, «dovrebbe incoraggiare la ricerca e il mantenimento di un impiego, soprattutto da parte di individui a basso salario». E se ancora non fosse chiaro: «Rispetto all’RdC, per molti individui i più stringenti requisiti di accesso all’AdI eliminano i disincentivi monetari alla partecipazione al mercato del lavoro».

 


PAGHETTA - Insomma, per farla breve Bankitalia ammette che il nuovo sussidio è meno generoso della vecchia paghetta grillina, ma aggiunge anche che quella generosità ha rappresentato un disincentivo al lavoro e ridurla potrebbe spingere gli ex percettori a rimboccarsi le maniche. Esattamente i concetti che non solo sono alla base del punto del programma di centrodestra che riguarda l’abolizione del reddito di cittadinanza, ma che la maggioranza ripete da mesi per spiegare il senso della riforma messa a punto dal ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone. Che tra le altre cose, proprio in quest’ottica, obbliga anche tutti i percettori dell’Adi di iscriversi alla piattaforma digitale per l’inclusione sociale e lavorativa che consentirà l’incrocio di domanda e offerta di lavoro. Concetti, guarda caso, ribaditi anche ieri dalla Meloni ad Atreju. «La grande novità rispetto al passato», ha spiegato riferendosi proprio alla misura grillina, «è che abbiamo smesso di sperperare i soldi dei contribuenti. Abbiamo cancellato il reddito di cittadinanza per chi poteva lavorare, e lo rifarei mille volte». E se chi prendeva il reddito, ha proseguito, «magari per lavorare in nero quando avrebbe potuto farlo pagando le tasse mi detesta, poco importa perché io non intendo comprare il consenso della gente».