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Pensioni 2024, ad aprile arriva l'aumento: cosa cambia sugli assegni

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Ignazio Stagno
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Pensioni sull’altalena tra marzo e aprile. Se il prossimo mese si farà sentire la mano del fisco per i prelievi dovuti alle addizionali comunali, con l’inizio della primavera arriva il via libera al ricalcolo degli assegni con le nuove aliquote Irpef varate dal governo. Di fatto entrano sui cedolini i tanto attesi aumenti annunciati sul finire del 2023 che prevedono un incremento di almeno 60 euro. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa accadrà. Nel rateo di marzo alcuni pensionati noteranno dei cambiamenti.

Infatti nei comuni dove c’è stato un ritocco dell’addizionale si farà sentire nell’acconto Irpef facendo così calare leggermente gli importi. Ecco lo schema con cui scatta la trattenuta dell’addizionale Irpef: addizionale regionale a saldo 2023 da gennaio a novembre 2024; addizionale comunale a saldo 2023 da gennaio a novembre 2024; addizionale comunale in acconto 2024 da marzo a novembre 2024. Tra le città che hanno messo mano all’addizionale comunale ci sono Napoli e Palermo. Nel capoluogo campano si passa dallo 0,9 per cento all’1 per cento previsto per l'anno in corso. A Palermo l'incremento sarà leggermente inferiore, si passa dallo 0,095 per cento allo 0,1.

Ma va sottolineato un aspetto: l'impatto Irpef sui cedolini in questo 2024 sarà attenuato dal nuovo regime fiscale. Infatti con il nuovo sistema il prelievo non potrà superare i 20 euro mensili. Facciamo un esempio per capire bene i calcoli: su una pensione di 900 euro netti, ovvero 1000 lordi, si registrerà una aumento di 54 euro su tredici mensilità previste che però scendono a 38 euro con il prelievo Irpef. Su questo prelievo gioca un ruolo importante la rivalutazione degli assegni.

RIALZI CONSISTENTI
La perequazione piena riguarda in gran parte gli assegni che non superano i 2.271,76 euro lordi mensili, di fatto quattro volte il minimo Inps, cioè circa 1.800 euro netti. Per i trattamenti superiori l’indicizzazione sarà parziale, con percentuali calmierate: 4,59% per quelli fino a cinque volte il minimo, 2,862% tra cinque e sei volte, 2,538% tra sei e otto volte, 1,998% tra otto e dieci volte, 1,188% oltre le dieci volte. L'incremento tocca i 96 euro netti ad esempio per un rateo con un assegno pari a 4 volte il minimo Inps, e tocca i 130 euro lordi per una pensione di 2.839,70 euro lordi mensili.

E in questo caso con il prelievo Irpef l’aumento si ridurrà a 100 euro, un bella somma a prescindere. E sempre sul fronte rivalutazioni va anche ricordato che è già in fase di calcolo il conguaglio che arriverà a fine anno per livellare l'assegno al tasso di inflazione definitivo bollinato dal Mef per il 2023. Ci sarà un aumento dello 0,3 per cento per ogni mensilità che a fine anno porterà circa 70 euro in più sulla pensione. Ad aprile poi, come comunicato dall'istituto di previdenza sociale, entrano in scena le nuove aliquote Irpef che per chi lavora sono già state applicate dallo scorso mese di gennaio. La grossa novità è che fino a 28mila euro di reddito annuale si pagherà l'aliquota del 23 per cento. Restano invece immobili gli altri due scaglioni quello dell’aliquota del 35 per cento e quello del 43 per cento. Attenzione ora alle cifre: con la variazione prevista sui cedolini l’incremento raggiungerà i 260 euro su base annua. Inoltre ad aprile scatterà il conguaglio con il recupero delle mensilità precedenti: gennaio, febbraio e marzo porteranno già nel rateo emesso l’1 di aprile un surplus di 60 euro. I pagamenti inizieranno dal 1° marzo

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