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Dazi, l'accordo tra Cina e Usa fa volare ancora le Borse

Per 90 giorni la tassazione sull’import scende di 115 punti in attesa di nuovi contatti. Sul tavolo c’è un summit fra Xi Jinping e Trump nel fine settimana
di Sandro Iacometti martedì 13 maggio 2025

4' di lettura

La Cina si piega, le Borse decollano. Molti si ostinano a ritenerlo un pazzoide destinato a lasciare il segno nella storia solo per le sue stravaganze e i suoi modi volgari. Ma se le cose continuano ad andare così, come lui aveva più o meno previsto sin dall’inizio, Donald Trump, piaccia o no, potrebbe essere ricordato come il presidente Usa che ha ridisegnato gli equilibri geopolitici e commerciali mondiali.

Molto è ancora da fare e molto da vedere. Ma la tregua siglata tra Usa e Cina è già epocale. Le due superpotenze mondiali hanno raggiunto un accordo per sospendere per 90 giorni la maggior parte dei dazi nel tentativo di disinnescare, almeno temporaneamente, una guerra commerciale a tutto campo e concedersi il tempo necessario per trattare un accordo più ampio. In base all'intesa raggiunta al termine di 48 intense ore di trattative a Ginevra, i due Stati taglieranno le loro tariffe reciproche del 115%, riducendo in modo significativo l'embargo che si erano di fatto imposte. Gli Stati Uniti porteranno a partire da domani quelle sul made in China al 30% dal 145% attuale, mentre Pechino le porterà al 10% dal 125%.

L'intesa è una «vittoria per gli Stati Uniti», ha festeggiato la Casa Bianca. Trump ha invece parlato di «rapporti riavviati» con Pechino e annunciato che parlerà con il presidente Xi Jinping nel fine settimana. Descrivendo il «grande accordo» raggiunto, il presidente ha spiegato che i dazi sulle auto, l'acciaio e l'alluminio restano in vigore e ha osservato come la «parte migliore dell'intesa è che la Cina si è detta d'accordo ad aprire il suo mercato» e a «rimuovere tutte» le barriere non tariffarie, oltre che a fermare il flusso di fentanyl. Pechino e Washington, in una nota congiunta, sottolineano «l'importanza delle loro relazioni economiche e commerciali bilaterali» e di avere rapporti commerciali «sostenibili, di lungo termine e reciprocamente vantaggiosi». L'accordo è stato raggiunto dopo che tutte e due le parti sono arrivate alla conclusione che «nessuno voleva un decoupling generalizzato delle loro economie. Gli Stati Uniti ne cercheranno uno strategico sui beni e prodotti che, durante il Covid, abbiamo scoperto essere di interesse per la sicurezza nazionale», ha spiegato il segretario al Tesoro Scott Bessent, grande artefice del negoziato.

Anche se positiva, l'intesa non rimuove del tutto l'incertezza. Il presidente ha comunque aperto alla possibilità di un prolungamento della tregua nel caso in cui le trattative procedessero in «buona fede».
E i mercati non sembrano dare troppa retta a gufi e anti-trumpiani che continuano imperterriti a profetizzare sventure e cataclismi planetari. La festa delle Borse, seguendo il fuso orario, comincia in Asia. Tutti i principali listini hanno chiuso in positivo, con Tokyo a +0,38%, Hong Kong a +2,98% e il Component di Shanghai a +1,72%. Poi l’euforia si è spostata in Europa, a partire da Milano, che ha registrato +1,4% a fine scambi, con il Ftse Mib salito sopra i 40mila punti, ai massimi dal 2007. Parigi ha guadagnato l'1,37%, meglio ancora Amsterdam con l'1,8%, segno più anche per Madrid (+0,86%), Londra (+0,61%) e Francoforte (+0,32%).

Ma il vero tripudio arriva sui mercati d’Oltreoceano. Wall Street ha proseguito la cavalcata trionfale iniziata fin dalle prime battute sulla scia del «nuovo inizio» annunciato da Trump, aggiungendo pure una volata finale. In chiusura il Dow Jones ha guadagnato un sontuoso + 2,81% mentre il Nasdaq dei titoli tecnologici è volato a +4,35% spinto dal rally di Amazon (+8,1%), Tesla (+6,6%), Nvidia (+5,1%) ed Apple (+5,8%). Robusta anche la corsa dell’S&P 500, balzato del 3,26%, recuperando oltre il 20% rispetto ai minimi di aprile, quando il pessimismo sui dazi aveva affossato le Borse mondiali. «I mercati corrono perché gli investitori non si aspettavano che i progressi sul trade tra Stati Uniti e Cina fossero così veloci», hanno detto gli analisti di Kkm Financial. Sull'azionario sono in rialzo tutti i settori più esposti al tema dazi. Sul fronte retail Best Buy vola dell'8,7%, mentre tra i semiconduttori On Semiconductor segna un rialzo dell'8,49%.

In accelerata anche i titoli dei gruppi cinesi quotati negli Stati Uniti, a partire dai colossi dell'e -commerce Alibaba (+7%), Pdd Holdings (+8,2%), Jd.com (+6%) e il gigante del tech Baidu sale di oltre il 4%. Gira in positivo, dopo un avvio in calo, anche il comparto farmaceutico (Pfizer +3,5%, Eli Lilly +4%, J&J +0,41%), dopo che Trump ha firmato un ordine esecutivo per ridurre i costi dei farmaci venduti dietro prescrizione medica. Il petrolio Wti scambiato al Nymex è in rialzo dell'1,93% a 62,18 dollari al barile. Mentre i future dell'oro cedono il 3% a 3.234,90 dollari all'oncia. Euro/dollaro a 1,1 e Bitcoin in discesa dell'1,35% a 102.922 dollari. 

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