Non capita tutti i giorni di vedere Warren Buffett costretto a pagare pegno per i suoi errori. Berkshire Hathaway, la società del miliardario famoso per le sue straordinarie intuizioni finanziarie, ha dovuto operare una maxi svalutazione sul proprio investimento in Kraft Heinz, la seconda azienda del mercato food al mondo, che tra i mille prodotti nel suo portafoglio ha anche i marchi più diffusi di ketchup.
L’operazione, unita alle difficoltà dovuto ai dazi, al deprezzamento del dollaro e ai minori guadagni complessivi sugli investimenti derivanti dalle partecipazioni azionarie ordinarie, ha provocato un calo del 4% dell'utile operativo nel secondo trimestre a 11,16 miliardi di dollari (circa 7.760 dollari per azione di Classe A). Ancora peggio è andata, però, per l’utile netto, che ha registrato un calo del 59%, dai 30,35 miliardi di dollari dell'anno precedente a 12,37 miliardi di dollari. Più leggera la flessione del fatturato, sceso dell'1% a 92,52 miliardi di dollari.
La svalutazione al netto delle imposte per la partecipazione del 27,4% di Berkshire in Kraft Heinz è stata di 3,76 miliardi di dollari, pari a 5 miliardi di dollari al lordo delle tasse. La decisione ha fatto seguito all'annuncio di maggio della società alimentare, che viste le difficoltà ha comunicato che avrebbe preso in considerazione alternative strategiche, tra cui la scissione. La realtà è che Berkshire Hathaway, forse fiutando opportunità di crescita che non si sono verificate, aveva valutato Kraft Heinz a una cifra superiore a quella di mercato. Le incertezze economiche e i piani di investimento a lungo termine hanno reso il divario «non temporaneo», rendendo necessaria la svalutazione. E non è la prima volta. Si tratta della seconda operazione di questo tipo di Berkshire per Kraft Heinz, dopo quella da 3 miliardi di dollari nel 2019. Buffett all’epoca ha riconosciuto all'epoca che Berkshire aveva pagato troppo nella fusione del 2015 che ha dato vita all'azienda alimentare. Lo scivolone su Kraft Heinz non è, ovviamente, un caso isolato.
Buffett negli ultimi decenni ha collezionato tanti successi, come i precocissimi investimenti in Apple e nella Coca-Cola e quello più recenete in Byd, il colosso cinese dell’auto elettrica che sta dando filo da torcere alla Tesla. Ma anche preso qualche cantonat, come USAir e Salomon Brother, l’ex colosso di Wall Street travolto dallo scandalo delle aste dei Treasury truccate.
Un altro investimento finito nel mirino è quello in Occidental Petroleum. Berkshire tiene sotto osservazione la sua partecipazione del 28,1% nella compagnia petrolifera a 5,3 miliardi di dollari al di sopra del valore equo, ma per ora ha affermato di non vedere la necessità di una svalutazione. Il momento della società, comunque, non è dei migliori. E più che i dazi c’entra la prossima uscita di scena delll’oracolo di Omaha. Lo scorso 3 maggio infatti Buffett ha annunciato che lascerà la carica di amministratore delegato alla fine dell'anno, sostituito dal vicepresidente Greg Abel. Da allora, anche se il guru resterà presidente del cda, le azioni hanno perso oltre il 12%, sottoperformando lo S&P di circa 22 punti percentuali.
Malgrado le battute di arresto, in ogni caso, la società detiene ancora una spaventosa liquidita di 344 miliardi di dollari, scesa di pochissimo rispetto ai 347 del primo trimestre. E la maggior parte della miriade di aziende di Berkshire – importanti compagnie assicurative come Geico, la ferrovia BNSF, un gruppo di servizi pubblici e una serie di aziende manifatturiere e di vendita al dettaglio – ha registrato buone performance.