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Mercato, archiviata l'era Nagel: i titoli del risiko prendono il volo

All’indomani della bocciatura dell’Ops su Banca Generali, riflettori sulla conquista di Piazzetta Cuccia da parte di Siena. Molti puntano su un rilancio dell’offerta
di Sandro Iacometti sabato 23 agosto 2025

3' di lettura

Il mercato ha le idee chiare. L’era Nagel a Piazzetta Cuccia si avvia verso l’epilogo. L’ad di Mediobanca ieri ha tentato di mostrare i muscoli, scagliando accuse di conflitto di interesse ai soci che non si sono schierati dalla sua parte e facendo capire che continuerà a dare battaglia. Ma gli investitori stanno già scommettendo sulle nozze con Mps, magari a colpi di rilanci. Ieri i due titoli sono tornati a guadagnare terreno a Piazza Affari. Nel dettaglio, Mediobanca è salita del 2,53% a 21,51 euro, mentre Mps ha messo a segno un +2,1% a 8,3 euro. Andamenti che hanno portato lo sconto dell'Ops della banca senese rispetto ai corsi di mercato, che ieri era sceso sotto il 2%, a riallargarsi al 2,3%: per colmare il gap servirebbe un rilancio di 412 milioni circa. Mentre si placano le turbolenze post assemblea, la data cerchiata sul calendario resta quella dell'8 settembre, termine fissato per l'ops di Siena. A quel punto si capirà se le previsioni che danno per probabile il successo dell'offerta, considerando la compagine azionaria di Mediobanca e la bassa soglia minima da raggiungere (pari al 35% del capitale) troveranno conferma, portando a un cambio della guardia ai vertici di Piazzetta Cuccia.

Ma all'indomani della bocciatura arrivata dai soci di Mediobanca, che hanno mandato in soffitta il progetto con Banca Generali e spianato la strada a Mps, si aprono scenari negli assetti di vertice nella ex galassia del Nord che arriva fino alle Generali. Il ceo Philippe Donnet viene dato, almeno nel prossimo futuro, sulla plancia di comando, ma con la prospettiva di dover rinunciare a mandare in porto la frettolosa alleanza con i francesi di Natixis nel risparmio gestito, già rimandata a dopo l'estate in attesa di vedere l'esito della partite a monte della compagnia. In Piazzetta Cuccia, malgrado lo schiaffone dei soci, Alberto Nagel sembra intenzionato a restare al timone, almeno finché non arriverà il licenziamento preannunciato dall’ad del Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio. Le idee saranno più chiare quando si conosceranno le adesioni all'ops di Siena, che dovrà poi comunicare entro 6 mesi alla Bce la struttura di corporate governance che intende adottare nelle società del gruppo. Negli ambienti finanziari si scommette su un cambio dell'intero cda per l'assemblea di bilancio di Mediobanca che tradizionalmente si tiene il 28 ottobre.

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Nel nuovo scenario c’è anche Banca Generali, che ieri ha registrato un rimbalzo del 3,5%. La decadenza dell'ops e il venir meno della passivity rule sbloccano le iniziative della società guidata da Gian Maria Mossa che può così non rinviare ulteriormente la presentazione del nuovo piano stand alone 2026-2028. Le linee guida, approvate dal cda il 26 giugno, sono state illustrate alla presentazione della semestrale, quando si è fatto cenno anche a uno dei pilastri della strategia, vale a dire l'accordo di insurebanking firmato con la capogruppo Generali. Ora l'attesa degli analisti è che il business plan venga presentato alla comunità finanziaria a fine 2025 o più all'inizio dell'anno prossimo e ci sia anche un'occasione, dopo la pausa estiva, per conoscere nei dettagli i contenuti della partnership con il Leone.

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Tra i primi commenti all'esito dell'assemblea di Piazzetta Cuccia c'è da registrare quello del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «Decidono gli azionisti» è stata la risposta al Meeting di Rimini sulla scalata di Mps a confronti di Mediobanca. Sul risiko in generale ha auspicato che le banche «siano sempre attente al territorio nazionale, alle imprese e alle famiglie italiane».

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