Il contante non è morto e lotta insieme a noi. A dirlo, adesso, è pure la Bce dopo tanta campagna contraria: il contante è la moneta degli evasori, dicevano; il contante è pericoloso perché induce i ladri, il contante è una moneta vecchia. Insomma i cari e vecchi soldi di carta sembravano essere condannati all’oblio, a maggior ragione nell’èra della supremazia tecnologica dove avanzano wallet digitali e criptovalute. E invece, nei momenti più difficili, il contante torna buono, una specie di catenaccio per proteggersi e difendersi dai pericoli della modernità per (quasi) citare la buonanima di Calindri.
«Keep calm and carry cash» è il titolo di un articolo che in italiano suona così: mantieni la calma e porta con te il contante. E suona bene, perché ci riporta a un tempo in cui la moneta sonante aveva, come diremo più avanti, un valore culturale oltre che strettamente finanziario. Prima però cerchiamo di mettere a fuoco perché la Bce consiglia di tenersi un po’ di liquidità a casa: si tratta di una scelta di prudenza e di cautela, nel senso che le banconote sono «una componente essenziale della preparazione nazionale alle crisi», e servono «non solo alle necessità individuali ma contribuiscono anche ad una più ampia resilienza di carattere sistemico». L’invito dunque è conservare sempre in casa una somma di contanti «sufficiente a coprire i bisogni essenziali per circa 72 ore».
Come si diceva la ragione di queste raccomandazioni - già fatte proprie da alcuni paesi, soprattutto del nord Europa - è legata alla situazione di grandi stress che stiamo vivendo e alle sue ricadute, dalla pandemia alle guerre passando per i blackout elettrici tipo quello in Spagna e Portogallo che paralizzano tutto. Per questo da Francoforte ora si sottolinea che il cash è «l'unica passività di banca centrale direttamente disponibile a tutti e gioca un ruolo non solo nelle transazioni quotidiane ma anche come pilastro di stabilità economica e per la fiducia del pubblico».
Nella loro saggezza i contadini l’avrebbero detta più facile: non a caso grazie alla loro prudenza siamo una fortezza di risparmio privato. Ecco perché, di fronte all’invito della Bce, sorriderebbero e commenterebbero: e tanto ci voleva? Del resto loro la guerra e la fame l’hanno patita davvero e avere un po’ di soldini al sicuro (il famoso materasso o la mattonella) era una garanzia superiore alle stesse banche. Altri tempi? Certo, ma in fin dei conti quello spirito non andrebbe disperso del tutto. I contanti garantiscono libertà di movimento e di azione, e fanno sentire sicuri. I nonni non a caso ammonivano: «Stipati i soldi che nella vita non si sa mai».
Quelli della mia età hanno visto i portafogli e i borsellini dove si infilava il denaro contato: quello era e doveva bastare. Una grande lezione di risparmio, perché si dava un valore alle cose. Altro che il “buy now” dell’e-commerce. Il contante è garanzia di libertà e di sicurezza. Per questo lo studio non ci convince nella parte in cui si individua in una somma tra i 70 e i 100 euro per ogni membro della famiglia l’ammontare di sicurezza. E perché mai? Ecco, qui si cade nel solito pregiudizio o nella solita campagna di avversione al contante. Una campagna che personalmente non mi ha mai convinto: se lo Stato pensa che io sia un evasore o un truffaldino, ha tutti gli strumenti per sostenere un’accusa simile; ma di sicuro non deve scaricare su di me l’onere di provare di essere nella legalità. Tra l’altro il contante è moneta legale e quindi non capisco le limitazioni. Ognuno dev’essere libero di tenersi il contante che gli serve e di prelevare quel che vuole essendo- i soldi sul conto - “roba” propria. E in questa libertà si possono detenere i soldi cash o pagare con carte digitali. Senza poi considerare che, nell’epoca della digitalizzazione, starei attento a limitare troppo i contanti perché non vorrei finire come in Cina dove bloccano le carte al minimo sospetto che tu ti stia comportando male.