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Troppi costi e poco sprint: finita l'epoca dei cinquantini

di Luca Puccinilunedì 10 novembre 2025
Troppi costi e poco sprint: finita l'epoca dei cinquantini

3' di lettura

Dammi-una-Vespa-e-ti-porto-in-vacanza. Quando i Lunapop sono usciti con 50 special era, letteralmente, un mondo fa: il secolo scorso (1999), un’altra vita, un’altra generazione. Quella di noi 40enni, 50enni d’oggi. Allora a cavalcioni sul “bestino” da città (mica vero, ce l’avevano tutti anche in provincia), rosso Lambretta per i più ideologizzati, azzurro Italia per i tradizionalisti, in gruppo, in-motorino-sempre-in-due (giusto per citare anche Gli anni degli 883 ché s’è capito, questo è un pezzo amarcord), conformisti, iconici, orgogliosamente liberi di sfrecciare (si fa per dire) nel piazzale dell’oratorio per andare a giocare a biliardino. Ora, ai giovani della generazione Z, del motorino, non gliene può fregare di meno.

E' il cambio dei tempi, è la società che si evolve, è la priorità della massa che si perde nei messaggini telematici delle chat istantanee: ma è così. Il Ciao, il Benelli, il Motom, l’Aprilia sr 50, l’Aerox. Nei primi dieci mesi del 2025, secondo i dati dell’Ancma, che è l’associazione nazionale ciclo e motocicli e accessori, si sono venute, nel nostro Paese, appena 12.173 minimoto. Praticamente otto volte quelle che sono state acquistate nel Duemila. E con una precisazione ulteriore: quel computo è addirittura sforbiciato del meno 24% rispetto alla stessa rilevazione dell’anno scorso.

Mamma-mi-compri-il-motorino? Avevamo quattordici anni, non un’età a caso: bastava quella, la vecchia carta d’identità (formato rigorosamente cartaceo) che attestava che sì, restavi un minore, non potevi votare, eri ancora a carico dei tuoi, ma che diventavi formalmente imputabile e, quindi, quegli scooterini col motore da cinquanta centimetri cubi (il “cinquantino”, appunto), li potevi portare. Non ti serviva il patentino, è arrivato dopo assieme alle prime beghe burocratiche e chissà, il calo del fascino della motoretta forse è iniziato lì.

Era un atto di emancipazione, il vespino il sabato pomeriggio con gli amici. Era la prima cotta, la prima indipendenza (nei trasporti), ci sentivamo grandi e fichi, ci abbiamo passato sopra tutto il liceo. Adesso non vanno più. Hanno provato a farli ecologici (elettrici), ma siamo sempre noi “vecchietti” a comprarli: ai giovani interessano no. Un po’ perché le assicurazioni per metterli su strada sono sempre più salate, un po’ perché il conto dal meccanico pure (noi, ai tempi, se serviva ci arrabattavamo in qualche modo e, all’occorrenza, c’era l’amico del professionale che ci capiva di motori) e un po’ perché il mercato adesso è zeppo di alternative.

In campagna si sono intensificato i mezzi pubblici (non sempre, non ovunque, ma rispetto a trent’anni fa di sicuro), nelle metropoli c’è il bike-sharing, c’è la metro, c’è Uber: al massimo c’è anche il motorino, però in condivisione. Di proprietà no, è molto più comodo così. Diciamo che il mondo s’è ribaltato: se le vendite dei cinquantini sono crollate, quelle delle e-bike sono lievitate (l’anno scorso hanno fatturato 274mila cessioni), non ci sono più gli adolescenti di una volta.

In realtà la china a calare per gli scooter è iniziata 25 anni fa, quando se ne sono venduti “solo” (si fa per dire, a confrontare con la fotografia odierna viene da restarci secchi) 311.836. Nel 2001 la mannaia ha tagliato a metà (175.543) i passaggi di proprietà e otto anni dopo, nel 2009, per la prima volta nella storia, s’è capito che era crisi nera perché le vendite non hanno sfondato le 100mila unità: dopodiché è arrivato il Covid e con la pandemia si è toccato il picco più basso di sempre, circa 15mila vendite in dodici mesi.

A complicare il quadro c’è anche la mania green che, per carità, a tutti piace vivere in un mondo pulito ma ha già mietuto vittime nella categoria (l’Apecar come la conoscevamo noi abbiamo dovuto salutarla) e anche i cinquantini, dato l’andazzo delle norme sempre più severe sui motori a scoppio, non se la passano molto bene. $ un’era che se ne va. Al massimo a 45 chilometri all’ora, per chi aveva il motore truccato un filino di più.