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Altro che aiuto ai ricchi, ecco chi paga l'Irpef. E il precedente di Draghi...

di Michele Zaccardi lunedì 10 novembre 2025

4' di lettura

«Stanno aiutando i più ricchi» continua a ripetere Elly Schlein. Alla segretaria dem non va giù la sforbiciata dell’Irpef inserita in manovra dal governo Meloni. Un taglio delle tasse che riduce l’aliquota dal 35 al 33% per i redditi compresi tra i 28mila e i 50mila euro e che vale, al massimo, un risparmio di 440 euro all’anno (fino a 200mila euro, soglia superata la quale lo sconto non si applica). E così ieri a Giancarlo Giorgetti è toccato intervenire di nuovo per spiegare che no, il taglio Irpef non aiuta i “ricchi”, ma il ceto medio. E che, soprattutto, il governo, già con le precedenti manovre, si è concentrato sui redditi medio-bassi, destinando alla riduzione del cuneo fiscale ben 18 miliardi di euro, contro i tre miliardi previsti nella legge di Bilancio per il 2026.

«Bisogna capire se ricco è colui che guadagna 45mila euro lordi l’anno» ha dichiarato il ministro dell’Economia. «Noi siamo intervenuti quest’anno sul ceto medio» mentre le fasce di reddito «più svantaggiate sono state attenzionate negli anni scorsi» ha sottolineato. «Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo ulteriore e coperto la fascia fino a 50mila euro» ha aggiunto. Giorgetti ha poi spiegato che si tratta di una «logica assolutamente sensata», ignorata da alcune analisi che dimenticano «che abbiamo reso stabili i tagli del cuneo contributivo introdotti negli anni precedenti».

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BENEFICIARI

Insomma, è platealmente falso che a beneficiare degli sconti fiscali previsti in manovra siano soprattutto i redditi alti. Il motivo è semplice: gli italiani che dichiarano redditi elevati sono pochissimi. Fra 28 e 50mila euro ci sono infatti circa 9 milioni di contribuenti, mentre sopra i 50mila euro ci sono circa 3 milioni di contribuenti, ma la maggior parte (2,3 milioni) dichiara redditi compresi fra 50 e 100mila euro lordi. E a guadagnare oltre 200mila euro lordi (peraltro esclusi dallo sconto fiscale) ci sono in tutto 145.832 italiani, lo 0,34% dei contribuenti.

Senza contare che il più grande sconto Irpef a favore dei “ricchi” fu fatto dal governo guidato da Mario Draghi, sostenuto da Pd e M5S. Era dicembre 2021 e con la legge di Bilancio 2022 venne varata un’ampia revisione del regime dell’imposta. Le aliquote modificate furono tre. La prima, quella del 41%, fu cancellata. La seconda, pari al 38% sui redditi fra 28 e 50mila euro, fu abbassata di tre punti, al 35% (che calerà al 33% dall’anno prossimo). Due interventi che ridussero notevolmente la progressività del sistema fiscale. E infine la terza aliquota ritoccata fu quella fra 15 e 28 mila euro lordi, abbassata di due punti dal 27 al 25%. Il beneficio massimo della manovra Draghi sull’Irpef fu quasi il doppio di quello che arriverà l’anno prossimo: 765 euro contro 440 euro. Soprattutto, ne beneficiarono senza alcun limite anche i redditi più alti, perfino quelli milionari, mentre l’intervento di quest’anno sarà limitato a 200mila euro. E come sottolinea Franco Bechis su Open, all’epoca nessuno contestò la misura accusandola di essere un favore ai ricchi.

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Non lo fecero i partiti (che a eccezione di FdI e Avs, votarono tutti a favore), non lo fecero i sindacati - nemmeno la Cgil di Maurizio Landini, che ha annunciato uno sciopero generale contro la manovra del governo Meloni - e non lo rilevò nemmeno Bankitalia che invece, quest’anno, ha criticato aspramente la misura nel corso delle audizioni sulla Legge di Bilancio. Ma a riprova del fatto che la manovra non vada ad aiutare i ricchi, basta dare un’occhiata alle dichiarazioni dei redditi del 2024 (anno di imposta 2023), analizzate dalla dodicesima edizione dell’Osservatorio sulle entrate fiscali del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.

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I NUMERI

Ebbene, stando ai risultati del rapporto, il 17,17% dei contribuenti italiani paga il 63,71% dell’imposta sui redditi delle persone fisiche: in numeri, 7,3 milioni di italiani versano quasi 132 miliardi di Irpef su un gettito totale di 207,15 miliardi. Ricomprendendo lo scaglione 29 mila-35 mila euro, si ottiene che il 27,41% dei contribuenti corrisponde il 76,87% dell’Irpef complessiva. E invece sono 4,832 milioni i contribuenti che guadagnano tra i 35mila e i 55mila euro, ovvero i principali beneficiari del taglio delle tasse previsto in manovra, e versano oltre 48 miliardi di euro di Irpef, più di 10mila euro a testa. Insomma, i “ricchi” sono quelli che tengono in piedi lo stato sociale in Italia. Anche perché il 43% degli italiani non ha redditi o non li dichiara mentre i titolari di redditi fino a 29mila euro, il 72,59% degli italiani, versano il 23,13% di tutta l’Irpef, ovvero 48 miliardi di euro. Una cifra che non copre le prime tre funzioni di welfare (sanità, assistenza sociale e istruzione) di cui queste persone beneficiano.

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