Dal 2026 le pensioni saranno rivalutate mediamente dell’1,4%, con possibilità di arrivare all’1,5%, secondo le ultime proiezioni Inps basate sull’indice Foi, in calo rispetto all’1,7% inizialmente stimato. L’aumento resterà a scaglioni: 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo (2.413 euro lordi mensili), 90% per quelli tra quattro e cinque volte il minimo (da 2.413 a 3.017 euro) e 75% per le pensioni superiori.
Con la perequazione dell’1,4% una pensione di 603 euro salirà a 611,44 euro, con un incremento di 8,44 euro; chi percepisce 1.000 euro arriverà a 1.014 euro (+14 euro), da 1.500 euro si passerà a 1.521 euro (+21 euro), da 2.000 euro a 2.028 euro (+28 euro), da 2.500 euro a 2.534,88 euro (+34,88 euro), da 3.000 euro a 3.041,18 euro (+41,18 euro), da 3.500 euro a 3.546,46 euro (+46,46 euro) e da 4.000 euro a 4.051,71 euro (+51,71 euro).Per i trattamenti minimi, che nel 2025 hanno beneficiato di un incremento transitorio del 2,20% portando l’assegno da 603,40 euro a 616,67 euro (+13,27 euro), dal 2026 l’extra scenderà all’1,3%.
Con la rivalutazione ordinaria dell’1,4% il minimo base arriverà prima a 611,84 euro, poi con l’aggiunta dell’1,3% raggiungerà 619,79 euro, ovvero 7,95 euro in più rispetto al 2025. Questo bonus transitorio interesserà circa 1,8 milioni di pensionati, con una spesa prevista di 175 milioni per il 2026.