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Ursula von der Leyen, dietro di lei gli anticomunisti dell'est: la verità sulla neo-presidente Ue

di Davide Locano domenica 7 luglio 2019

2' di lettura

L'Europa sterile di Angela Merkel ed Emmanuel Macron, che finora si era affidata a Jean-Claude Juncker, un presidente di Commissione senza figli, tenta di colmare la lacuna affidandosi a Ursula von der Leyen, sette volte madre fra il 1987 e il 1999. Se fosse nominata presidente della Commissione, potrebbe essere la svolta pro-family di un' euroburocrazia che finora ha privilegiato le élite finanziarie dimenticando la società. Alla soglia dei 61 anni, che compirà l' 8 ottobre, vanta già nel suo curriculum, un incarico nel 2003 di ministro per gli Affari sociali, la famiglia e la salute in Bassa Sassonia, il Land dal quale proviene e del quale suo padre, Ernst Albrecht, è stato a lungo presidente. Leggi anche: Alla Bce ci finisce Christine Lagarde DI CASA IN BELGIO Cristiano-democratica doc, quindi, tedesca, ma nata e cresciuta fino al 1971 a Bruxelles, quando il padre era direttore generale alla Commissione europea, prima di avviarsi alla carriera politica. La neopresidente della Commissione ha studiato prima alla London School of economics, poi si è laureata in medicina. Qualche anno fa era stata al centro di uno scandalo, ma in seguito le accuse si erano dimostrate inconsistenti, perché sospettata di aver plagiato la propria tesi. È sposata con Heiko von der Leyen, rampollo di una famiglia aristocratica di industriali della seta, professore di medicina e amministratore delegato di una azienda di ingegneria medica. La carriera politica di Ursula inizia negli anni '90, quando si iscrive alla Cdu: ricopre vari incarichi a livello locale, fino a quando nel 2004 diviene membro della presidenza della Cdu tedesca e fa il salto sulla scena nazionale, tanto da venire rapidamente scelta da Angela Merkel come ministra per la Famiglia dal 2005 al 2009, per passare dal 2009 al 2013 alla guida del dicastero del Lavoro e gli Affari sociali. SCHIERATA CON L'AMERICA Più recente il suo passaggio al ministero della Difesa - prima donna a ricoprire tale ufficio nella storia della Germania - che avviene con il governo Merkel III, nel dicembre 2013. Due anni fa è stata al centro di uno scontro frontale con i vertici militari tedeschi dopo che era scoppiato uno scandalo sulla presenza di militari filonazisti nella Bundeswehr, avendo von der Leyen accusato i generali di «debolezza di conduzione» dell' esercito. La ministra rispose alle critiche annunciando una grande riforma delle forze armate e chiedendo più investimenti a favore della Difesa. Schierata in modo netto con il Patto Atlantico, la von der Leyen è particolarmente gradita ai Paesi del Gruppo di Visegrad, che diffidano della Russia, a cominciare dai polacchi di Jaroslaw Kaszynski. L' appoggio alla ministra tedesca viene confermato anche da Zoltan Kovacs, portavoce del primo ministro ungherese, Viktor Orban, il quale dall' interno del Ppe aveva avversato la candidatura di Manfred Weber.

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