Parla il Doge. In un’intervista rilasciata a La Stampa, il presidente del Veneto Luca Zaia interviene su temi centrali della politica internazionale e nazionale, dalla trattativa sui dazi tra Europa e Stati Uniti alla questione del terzo mandato per i governatori regionali. Le sue parole fotografano una visione chiara: gli equilibri globali stanno cambiando e l’Italia, sotto la guida di Giorgia Meloni, sta tornando a giocare un ruolo da protagonista.
Zaia osserva con interesse le mosse dell’ex presidente americano: "Trump dice che nella sua carriera non ha mai fatto un affare senza trovare un compromesso. La strategia mi sembra sempre quella, vedendo i leader di tutto il mondo che si mettono in fila per negoziare, mentre l’America torna al centro degli equilibri internazionali". A suo avviso, è proprio ora "il momento di trattare".
Molto più scettico invece il giudizio sulle capacità negoziali dell’Unione europea: "Se la sfida è quella di salvaguardare i mercati internazionali, questa Europa la vedo debolissima". Secondo Zaia, l’Ue è appesantita da un “atteggiamento altezzoso” e da una burocrazia che ne rallenta l’efficacia. Non risparmia critiche neanche al confronto tra i vertici: "Mi preoccupa chi vede questa nuova amministrazione Usa come un suo avversario. E se pensiamo che la controparte di Trump è Ursula von der Leyen, beh, è evidentemente più debole. Non dobbiamo rinnegare l’Unione europea, io credo nell’Europa unita, ma questo modello non va bene".
Per quanto riguarda il governo italiano, Zaia esprime apprezzamento per l’attività internazionale del presidente del Consiglio: "Siamo l’unico Paese del G7 a non aver mai avuto un atteggiamento ostile nei confronti degli Stati Uniti: sono nostri alleati, chiunque sieda alla Casa Bianca. Quello che sta facendo Meloni a livello internazionale è obiettivamente un ottimo lavoro. L’ultima volta che abbiamo avuto un attivismo del genere era con Berlusconi", rimarca il Doge.
Tornando sul fronte interno, Zaia smentisce le voci su un possibile incarico a Roma: "Seneca diceva che non è la vita a essere breve, ma è l’uomo che la rende breve perché non usiamo bene il tempo che ci è stato dato. Ora è bene che mi dedichi al Veneto. E no, nessuno mi ha proposto incarichi".
Infine, sull'annosa questione del terzo mandato, il governatore veneto solleva un tema di equità istituzionale: "Il limite di mandati c’è solo per alcuni sindaci e in alcune Regioni, mentre parlamentari e ministri possono essere rieletti all’infinito. Per loro non vale il rischio di accentramento di potere?". E conclude: "Spero che il governo non impugni altre leggi e che Fugatti in Trentino o Fedriga in Friuli Venezia Giulia siano liberi di candidarsi per tutti i mandati che gli concederanno gli elettori". Insomma, sul punto il messaggio è chiarissimo.