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Emmanuel Macron usa la Ue per gli interessi francesi

Parigi organizza un evento per attirare ricercatori da tutto il mondo nelle università d’Oltralpe. Ma scavalca il Consiglio europeo di ricerca. L'Italia insorge
di Mauro Zanon mercoledì 7 maggio 2025

3' di lettura

Il governo italiano non ci sta. E fa sapere apertamente la sua contrarietà a quella che considera come l’ennesima fuga in avanti del presidente francese, Emmanuel Macron. Ieri, a Parigi, il capo dello Stato francese ha organizzato al Grande anfiteatro della Sorbona il summit “Choose Europe for Science” con l’obiettivo di trasformare il continente europeo in una calamita per i cervelli in fuga dai tagli draconiani alla ricerca del presidente americano Donald Trump. All’iniziativa, cui ha partecipato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, erano stati invitati, oltre ai rappresentanti di alcune delle principali università d’Europa, i ministri della Ricerca Ue e alcuni extra-Ue. Ma a rappresentare l’Italia, ieri, non c’era nessun ministro, né segretario di Stato, ma “solo” l’ambasciatrice in Francia, Emanuela d’Alessandro. Una scelta diplomatica non certo casuale da parte di Roma, per marcare la propria ostilità all’iniziativa in solitaria promossa da Macron, visto che il prossimo 23 maggio, a Bruxelles, c’è il Consiglio Competitività e Ricerca: un quadro più adeguato per dialogare tra partner Ue.

LA MISSIVA
«Come richiesto dalla commissaria europea Zaharieva (commissaria per la Ricerca e l’Innovazione, ndr), l’Italia sta fornendo alla Commissione europea l’insieme delle misure nazionali adottate per attrarre scienziati e ricercatori da ogni parte del mondo, una misura utile per un eventuale coordinamento e armonizzazione delle iniziative a livello europeo. Proprio in quest’ottica, l’Italia considera il Consiglio Competitività e Ricerca, in programma il 23 maggio a Bruxelles, l’occasione ideale e il formato istituzionale più appropriato per un confronto efficace tra Stati membri e per definire insieme, e non solo in ottica prevalentemente nazionale, politiche comuni concrete, sostenibili e lungimiranti», fanno sapere fonti dell’ambasciata italiana a Parigi.

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Le stesse fonti hanno riportato che, durante il summit, è stato evidenziato che «il nostro Paese è già attivamente impegnato nel favorire non solo il rientro dei talenti italiani attualmente coinvolti in progetti di ricerca all’estero, ma anche nell’aumentare l’attrattività del Paese nei confronti di ricercatori stranieri» e che «oltre ai generosi incentivi fiscali in vigore da tempo per chi sceglie di tornare o trasferirsi in Italia e l’implementazione di un sistema di infrastrutture di ricerca all'avanguardia, è stato recentemente aperto un bando da 50 milioni di euro, destinato a ricercatori attualmente all’estero che hanno ottenuto uno Starting Grant o un Consolidator Grant del Consiglio Europeo della Ricerca». L’evento di Macron, inoltre, è stato organizzato in pochi giorni, e il ministro dell’Università e della Ricerca italiano guidato da Anna Maria Bernini, secondo fonti ministeriali citate ieri dall’Ansa, ne avrebbe avuto notizia soltanto venerdì scorso. «È un incontro che promuove l’attrattività dell’Europa o della Francia come recitava inizialmente il titolo dell’iniziativa?», si sono chiesti ieri al Mur. Il riferimento è al fatto che il summit, inizialmente, era intitolato “Choose France for Science”, prima di essere ribattezzato “Choose Europe for Science” per non dare l’impressione che la Francia volesse accaparrarsi i ricercatori americani in fuga da Trump più rapidamente dei suoi vicini. Ma la cosmesi nel titolo non ha cancellato l’irritazione di Roma. «E se come sarebbe giusto l’obiettivo è l’Europa perché è stato organizzato all’Università La Sorbona di Parigi?», hanno aggiunto le fonti del ministero della Ricerca italiano.

LE CRITICHE A DONALD
Ieri, durante il suo discorso, Macron ha preso di mira l’Amministrazione Trump: «Nessuno avrebbe potuto immaginare, qualche anno fa, che una delle più grandi democrazie del mondo avrebbe tagliato i programmi di ricerca con il pretesto che la parola diversità era presente in quel programma». E ancora: «Nessuno poteva pensare che avrebbe cancellato in un colpo solo la possibilità di ottenere visti per questo o quel ricercatore, a volte per coloro che avevano contribuito alla sua sicurezza digitale. Nessuno poteva pensare che avrebbe commesso un tale errore». Von der Leyen ha promesso di trasformare l’Europa in un “polo di attrazione” per i ricercatori, annunciando un pacchetto da 500 milioni di euro per il biennio 2025-2027. L’Italia, in ogni caso, non è stata l’unica a manifestare i propri dubbi all’iniziativa di Macron: si contano infatti sulle dita di una mano i ministri della Ricerca presenti ieri a Parigi (qualcuno ha mandato i vice, altri dei sottosegretari, nessuno era atteso da Berlino). Non tutti probabilmente erano così disponibili a prestarsi alla nuova invettiva antiamericana d’Oltralpe.

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