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Ragazzino palestinese bruciato vivo per vendetta Ancora scontri a Gerusalemme

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 6 luglio 2014

3' di lettura

Il ragazzino palestinese ucciso a Gerusalemme è stato bruciato vivo. Lo dichiara il procuratore generale palestinese Mohammed Al-Àwewy citando i risultati dell’autopsia condotta sul corpo del 16enne Mohammed Abu Khdeir, secondo quanto riportano media israeliani e agenzie palestinesi. Il corpo carbonizzato del giovane è stato ritrovato mercoledì in un bosco, poco dopo il suo sequestro. I palestinesi ritengono che sia stato ucciso per vendetta dopo il sequestro e l’omicidio di tre giovani israeliani in Cisgiordania. Una autopsia definitiva sarà rilasciata più tardi, ha riferito l’agenzia palestinese Maan. I test sono stati eseguiti dall’Istituto forense Abu Kabir di Israele, alla presenza di un coroner palestinese. Secondo il procuratore, il giovane ha una ferita alla testa, ma è morto a causa delle complicazioni dovute alle fiamme. C’è infatti fuliggine nei polmoni e nel tratto respiratorio, elemento che indica che stesse ancora respirando quando il suo corpo è stato incendiato. Come l'Olocausto - Il padre di Abu Khdeir, parlando a fianco del gran mufti della città nella camera ardente che è stata allestita in una tenda vicino a una moschea, ha paragonato il figlio alle vittime dell’Olocausto nazista. «Questo crimine equivale a quello dei tedeschi che hanno bruciato gli ebrei e oggi gli ebrei bruciano noi», ha detto. «Loro ora sono come i nazisti, i nuovi nazisti», ha aggiunto. Picchiato a sangue e arrestato il cugino -  Il cugino 15enne di Mohammed Abu Khdeir, il ragazzino palestinese il cui corpo carbonizzato è stato ritrovato mercoledì a Gerusalemme poco dopo il suo rapimento, è stato picchiato e arrestato dalla polizia durante gli scontri di giovedì. Il giovane, Tariq Abu Khdeir, è cittadino Usa e frequenta la scuola in Florida. I genitori del ragazzo, Suha and Salah, riportano che è stato arrestato e curato in un ospedale israeliano. La polizia dello Stato ebraico afferma che Tariq si è opposto all’arresto e ha aggredito ufficiali di polizia. È stato arrestato, aggiunge, mentre era in possesso di una fionda per lanciare sassi contro la polizia, assieme ad altri sei dimostranti di cui alcuni armati di coltelli. Diversi ufficiali sono rimasti feriti in quella protesta, riporta ancora la portavoce Luba Samri. Il padre di Tariq ha detto di essere stato testimone dell’arresto del figlio e ha insistito che questi non era coinvolto nelle violenze. Ancora raid - Nuovi scontri tra polizia israeliana e dimostranti sono scoppiati questa mattina, a Gerusalemme e nelle città arabe nel nord dello Stato ebraico, dopo che ieri si sono tenuti i funerali del ragazzino palestinese Mohammed Abu Khdeir. Nelle cittadine arabe settentrionali, riporta la polizia locale, i manifestanti hanno lanciato sassi contro le auto di passaggio, dato fuoco a pneumatici e lanciato rocce e bombe incendiarie contro gli agenti. Questi hanno risposto con gas lacrimogeni e granate stordenti. Più di 20 persone sono state arrestate, afferma la polizia. Nelle proteste a Gerusalemme, i dimostranti hanno usato una sega elettrica per danneggiare la linea elettrica che collega il settore orientale popolato da arabi nella città con la parte occidentale a maggioranza ebrea, spiega a polizia. Il bilancio - Cinquanta palestinesi sono stati portati nella notte nell’ospedale al-Mukasad, l’unico dotato di pronto soccorso a Gerusalemme Est, a causa delle ferite riportate negli scontri con la polizia israeliana. Secondo quanto riporta Haaretz, la maggioranza di essi ha ferite causate da proiettili di gomma, riportate durante le proteste seguite al funerale del ragazzino palestinese trovato morto carbonizzato mercoledì in un bosco della città. Un dimostrante ha riportato la frattura del cranio. Negli scontri sono stati leggermente feriti anche 13 poliziotti, mentre 20 dimostranti sono stati arrestati. Nelle città di Taybeh, in Cisgiordania, e Qalansuwa, in Israele, la polizia ha arrestato 13 manifestanti, mentre altri sette sono stati curati per aver inalato gas lacrimogeni, riporta ancora Haaretz.

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