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Reem Alsalem come Francesca Albanese: stupri e 7 ottobre, altro scandalo all'Onu

di Antonio Castro martedì 9 dicembre 2025

3' di lettura

Grande circo Nazioni Unite. L’ultima trovata della brigata dei “relatori speciali” si arricchisce di un’altra signora che della negazione sembra fare la propria linea guida. Reem Alsalem aveva affermato in un post su X che «nessuna indagine indipendente ha rilevato che lo stupro sia avvenuto il 7 ottobre».

La signora Reem Alsalem, egiziana di nascita ma donna di mondo con studi nelle migliori università britanniche e statunitensi, ha pensato bene di lanciarsi nella negazione degli stupri da parte dei miliziani di Hamas dopo l’assalto del 7 ottobre 2023 che è costato la vita a 1200 israeliani, oltre 250 rapiti e una guerra che si trascina da oltre 2 anni.

Forse anche lei alla ricerca della notorietà mediatica raggiunta dall’altra relatrice dell’Onu, Francesca Albanese, la collega Alsalem aveva pensato bene di lanciare un post su X che «nessuna indagine indipendente ha rilevato che lo stupro sia avvenuto il 7 ottobre».

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Apriti cielo. Con tutte le brutalità che abbiamo visto ci mancava soltanto la negazione di una violenza come se si dovesse nominare una commissione d’inchiesta del Palazzo di Vetro per accertarne la veridicità. È scoppiato un finimondo internazionale. Oltre 300 leader ebrei, tra cui attiviste per i diritti delle donne e rabbini che a stretto giro hanno esortato le Nazioni Unite a rimuovere Reem Alsalem, relatrice delle Nazioni Unite proprio sulla violenza contro le donne e le ragazze.

La missiva di protesta, indirizzata al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è arrivata due settimane dopo all’Onu. Nella lettera, i firmatari esprimono il loro «orrore e indignazione» per la retorica di Alsalem e citano due rapporti delle Nazioni Unite del marzo 2024 e del luglio 2025 che concludevano che vi erano «ragionevoli motivi» per ritenere che vi fossero state violenze sessuali durante gli attacchi «in più luoghi, inclusi stupri e stupri di gruppo». Ma alla collega della signora Albanese forse serviva un referto medico per avere l’incrollabile certezza delle violenze subite. Alsalem è dal 2021 che si fregia del titolo di Relatrice speciale dell’Onu. Il suo mandato scadrà nel 2027. Per il momento va in giro per il mondo (a metà novembre era in Italia) per dare risalto al suo rapporto concentrato sulla «diverse manifestazioni di violenza contro le donne e le ragazze nel contesto della maternità surrogata» in cui afferma, tra l’altro, «che la Gestazione per altri (Gpa) è sempre violenza, anche se praticata nella sua forma “altruistica».

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A dirla tutta la questione riportata alla ribalta dalla relatrice Alsalem trascura alcuni approfondimenti già pubblicati. Secondo il rapporto dell’Association of Rape Crisis Centers in Israel, decine di testimonianze «presentano un quadro inequivocabile di identici schemi di azione»: abusi sessuali, minacce con armi, stupri di donne ferite all’interno delle abitazioni private o nei kibbutz attaccati. Un altro dossier – quello del Dinah Project della Bar-Ilan University ricorda l’associazione SetteOttobre – afferma che «quegli atti non furono incidentali ma parte di un progetto criminale»: nudità forzata, violenza sessuale, mutilazioni genitali, sfruttamento dei corpi come trofei.

C’è poi, a voler scartabellare un po’ meglio, anche il lavoro svolto sempre dalla commissione dell’Onu (Independent International Commission of Inquiry on the Occupied Palestinian Territory), che nel rapporto del 12 giugno 2024 ha affermato che la frequenza, la gravità e la diffusione degli abusi – pur non potendo verificare in ciascun caso lo stupro per motivi di accesso ai luoghi – indicano «un modello di violenza sessuale» perpetrata da forze palestinesi quel giorno. Ma forse serve il “lenzuolo rosso” come prova. Per gli amanti delle onorificenze inanellate dalla signora Albanese ieri il comune di Vicchio (Firenze) la ha conferito la cittadinanza onoraria e ha issato sull’albero di Natale la bandiera palestinese.

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