Apprensione per la sorte di Marco Vallisa, l'ingegnere 53enne italiano di cui la Farnesina ha confermato il rapimento in Libia. Da sabato mattina Vallisa, insieme ai colleghi Emilio Gafuri, di nazionalità macedone, e Petar Matic, bosniaco, risulta irreperibile da sabato mattina e il sequestro era stato confermato in precedenza anche da un funzionario del governo libico, citato dall'emittente satellitare al Arabiya. Il Ministero degli Esteri italiano ha detto che non c'è stato finora alcun contatto con il tecnico italiano, ma che "tutti i canali sono stati attivati". In Libia da due mesi - Il veicolo sul quale viaggiavano i tre rapiti è stato ritrovato nella città di Zuwara, a ovest di Tripoli, abbandonato con le chiavi ancora infilate nel quadro del cruscotto. Vallisa è originario di Cadeo, un paese a una quindicina di chilometri da Piacenza e lavora insieme ai due colleghi per la ditta Piacentini Costruzioni di Modena. "La nostra comunità vive con grande apprensione questo momento. Questa mattina nell'omelia ho chiesto una preghiera per Marco affinché sia protetto", ha commentato all'agenzia Adnkronos il parroco di Roveleto di Cadeo don Umberto Ciullo, che questa mattina ha incontrato i familiari di Vallisa. "La sua famiglia è naturalmente molto scossa - racconta il parroco - Marco era lì da due mesi".