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Serbia, la minaccia di Mosca: "No a rivoluzioni colorate volute dall'Occidente"

lunedì 30 giugno 2025

2' di lettura

Bomba-Balcani pronta a esplodere di nuovo? Dalle parti di Belgrado c'è fermento e ora l'alleato russo interviene. "Ci auguriamo vivamente che i Paesi occidentali, che come al solito cercano sempre di approfittare di determinati eventi interni in vari Paesi per promuovere i propri interessi a scapito di quelli degli altri partner del Paese in questione, questa volta non si impegnino nelle loro rivoluzioni colorate". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, parlando della Serbia. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Tass. "La Serbia ha già vissuto più volte problemi simili", ha proseguito Lavrov, "stiamo monitorando la situazione, siamo interessati a che questi disordini si plachino, come ha affermato il presidente serbo Aleksandar Vucic, sulla base della costituzione e delle leggi di questo Stato amico".

"Siamo favorevoli al rigoroso rispetto delle leggi serbe da parte dei manifestanti e prendiamo atto della disponibilità al dialogo da parte della leadership serba", ha detto ancora Lavrov. "Il dialogo è la via per risolvere qualsiasi questione", ha concluso. Insomma un avvertimento in piena regola quello della Russia che si prepara probabilmente ad aprire un fronte di instabilità diplomatica nel cuore dell'Europa. Intanto migliaia di persone in Serbia hanno organizzato blocchi stradali per chiedere il rilascio dei manifestanti antigovernativi arrestati durante gli scontri con la polizia.

I blocchi sono stati istituiti domenica a Belgrado e in altre città, in seguito a una grande manifestazione il giorno prima per chiedere elezioni anticipate. I manifestanti accusano il governo di incitamento alla violenza e lo definiscono illegittimo. La polizia ha riferito di 48 agenti feriti e 77 arresti, con 38 persone ancora in custodia. Il presidente Aleksandar Vucic ha condannato i disordini, accusando i manifestanti di tentare di destabilizzare lo Stato. Le manifestazioni sono iniziate mesi fa dopo un crollo infrastrutturale mortale, con i critici che accusavano Vucic di autoritarismo e corruzione. 

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