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Francia alle regionali: il giorno di Marine Le Pen e della Destra al 30%

di Federica Scano domenica 6 dicembre 2015

2' di lettura

Domenica 6 dicembre potrebbe essere un giorno decisivo per l'Europa. La Francia chiamata al voto delle elezioni regionali a meno di un mese dai tragici attacchi terroristici dello Stato Islamico. E nei sondaggi il Front Naional di Marine Le Pen e la nipote Marion, nonostante la crescita dei sarkozysti, risultano in vetta alle rilevazioni demoscopiche. La svolta a destra della Francia potrebbe dunque portare l'ago della bilancia dell'Europa tutto a destra. Marco Tarchi, studioso di populismo, a Linkiesta ha confermato: "Operai, disoccupati, piccoli comemrcianti , artigiani e altri gruppi sociali dipinti come "perdenti della globalizzazione" sono stati attratti dalla ottime doti comunicative di Marine Le Pen. Costoro sono molto più numerosi e sono fortemente attratti dal discorso di un partito che, unico, si oppone da sempre ai flussi migratori di massa dai paesi extraeuropei e contesta le politiche dell'Unione Europea, succube della volontà dei circoli finanzieri e tecnocratici". Gli attacchi del 13 novembre - Per Tanchi inoltre gli attentati che hanno sconvolto Parigi favoriranno "una forza politica che da sempre si è distinta per i suoi accenti allarmistici sui temi dell'insicurezza e del pericolo costituito dalla crescita dell'estremismo islamico all'interno delle comunità di immigrati". Tutto questo "basterà al partito di Marine Le Pen per aggiudicarsi il governo di un paio di regioni e di fare da ago della bilancia in un altro paio, costringendo i sarkozysti e i socialisti ad alleanze, desistenze incrociate o addirittura fusioni di lista fra il primo e il secondo turno nelle regioni in cui si troveranno dietro le liste frontiste". La Francia di destra - Qualcuno potrebbe puntare dunque il dito contro la politica di Hollande,che ha raggiunto delle quote di impopolarità mai toccate da un presidente, poco attenta al post-attentati: "Non credo che la differenza dei voti tra Front National con i socialisti e comunisti, sia cambiati dagli anni ottanta. Il rapporto sarebbe stato comunque da 60 a 40 come minimo. Anzi i guadagni del FN oggi sono più ascrivibili alla netta virata a sinistra del suo programma e del suo discorso pubblico sui temi economico-sociali (ma anche di politica estera e internazionali) che a una diretta concorrenza ai Republicains sui temi tipicamente conservatori". Le preferenze - Il Front National comunque, come ricorda Tarchi, pur riscuotendo a livello nazionale una percentuale di voti attorno al 15% non è quasi mai riuscito ad inviare in Parlamento i propri deputati e attualmente ne ha solo due (e una è Marion). "Se diventasse il primo partito di Francia salirebbe al 30% e la stessa Marine acquisterebbe una maggior caratura di presidenziabile", continua il professore. Quanto a Marion "che ha 21 anni in meno della zia, ha le qualità personali, sia di comunicazione che di preparazione, che giocano dalla sua parte. È considerata più a destra di Marine e non disdegna di vezzeggiare l'elettorato cattolico-conservatore. Per questo potrebbe riuscire a diventare presidente della regione Provenza-Alpi- Costa Azzurra".

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