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La casta dell'Ue: ecco le buonuscite d'oro dei parlamentari

di Ignazio Stagno sabato 3 maggio 2014

2' di lettura

Le elezioni europee diventano un affare. Chi ha un posto in lista attende solo di metter piede a Strasburgo per percepire l'assegno mensile da capogiro. Chi invece si prepara a lasciare lo scranno dopo aver esaurito il proprio mandato è pronto a battere cassa. Comincia infatti il valzer delle buonuscite per gli europarlamentari che stanno per fare le valigie lasciando Strasburgo.  Le cifre - Il termine tecnico è “indennità transitoria”, ma gli uffici di Bruxelles preferiscono definirla “incentivo al reinserimento lavorativo”. Per i parlamentari europei che non verranno rieletti o non si ricandideranno è, più semplicemente, una generosissima buonuscita. L’ultimo assegno prima di dire addio a Strasburgo e Bruxelles è davvero sostanzioso. Pensione a parte, ovviamente. Il Fatto Quotidiano ha provato a fare i conti in tasca ai parlamentari europei con passaporto italiano che hanno messo piede per la prima volta a Strasburgo nel 2013: Fabrizio Bertot (Fi), Franco Bonanini (ex Pd), Susy De Martini (Fi) e Franco Frigo (Pd). Se non dovessero essere rieletti, riceveranno un bonifico d’addio dell’importo di 39 mila euro ciascuno. L'indennità di chi invece può vantare un lungo trascorso nell’assemblea comunitaria può raggiungere anche i 190 mila euro. Chi fa bottino pieno - Tra i 73 eurodeputati italiani l’unica che potrebbe intascare la cifra piena è Cristiana Muscardini, stabilmente ancorata al suo scranno a Strasburgo dal 1989, quando venne eletta nelle file dell’Msi. Ciriaco De Mita, ora candidato sindaco nella sua Nusco, dopo vent’anni di carriera percepirà 159 mila euro. Anche Mario Borghezio se non dovesse essere rieletto nella circoscrizione centro percepirà 103 mila euro. Il meccanismo di calcolo dell’indennità transitoria è semplice: per ogni anno di attività il parlamentare riceve un mese di stipendio (7.956 euro lordi, che al netto delle tasse diventano circa 6.200). l tetto massimo è fissato in 24 mensilità, quello minimo in sei. Per questo è sufficiente un periodo di appena dodici mesi per ricevere una buonuscita da quasi 40 mila euro. Sprechi europei - Insomma le porte d'uscita di Strasburgo sono d'oro. Gli assegni per le buonuscite sono l'ennesimo spreco dell'Europarlamento. Le cifre ufficiali indicano una spesa totale di 1,756 miliardi di euro l’anno. Di questi, il 35 per cento viene impiegato per pagare gli stipendi degli oltre 6 mila impiegati, le traduzioni e gli interpreti; mentre il 27 per cento serve per finanziare tutti le spese connesse ai 765 europarlamentari: stipendi, rimborsi spese, assistenti, uffici di rappresentanza. Questo significa che ogni parlamentare costa al contribuente 2 milioni 295 mila euro l’anno. E a pagare come sempre siamo noi...

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