Tunisi, 31 mag. - (Adnkronos/Aki/Ign) - "Personalmente ritengo che gli atti delle attiviste di Femen siano contrari alla fede e alla cultura dei tunisini e non aiutino le donne a vedere riconosciuti i propri diritti". Lo sostiene l'avvocato di Amina, Leila Ben Debba, ad Aki-Adnkronos International, nelle quali prende le distanze dalle azioni di Femen. L'avvocato, tuttavia, garantisce il suo impegno a difesa dell'attivista, finita nel mirino degli estremisti dopo il suo arresto. "Bisogna dare una mano ad Amina, cercando di porre fine agli atti di provocazione nei suoi confronti da parte dei religiosi", aggiunge. Per ora Amina, la giovane attivista tunisina del gruppo 'Femen' arrestata il 19 maggio mentre protestava contro i salafiti (è accusata di possesso illecito di spray urticante), resta in carcere. Anzi deve difendersi da nuove accuse rivoltele dalla procura, vale a dire atti osceni in luogo pubblico e profanazione di luogo di culto. E' questo l'esito dell'udienza preliminare che si è svolta ieri a Kairouan, a sud di Tunisi, mentre decine di persone fuori dal tribunale hanno manifestato contro il gruppo di femministe 'Femen'. La folla ha intonato vari slogan, tra cui "Andate via" e "Sporcaccione", tutti indirizzati alle attiviste che mercoledì, per la prima volta in un Paese arabo, hanno protestato a seno nudo davanti al Palazzo di Giustizia di Tunisi. Nel mirino, ovviamente, la stessa Amina che ora rischia fino a due anni di carcere. La prossima udienza si svolgerà il 5 giugno.