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Siria, rapito padre Dall'Oglio, pacifista oppositore di Assad

Nessuna conferma dalla Santa Sede. Su Twitter la notizia della liberazione, ma la Farnesina resta muta
di Francesca Canelli mercoledì 31 luglio 2013

2' di lettura

Oppositore del regime di Assad, il gesuita Paolo Dall'Oglio sarebbe stato rapito da un gruppo di miliziani legati ad al-Quaeda. In base a quanto riportato dall'agenzia Reuters, padre Dall'Oglio stava passeggiando per le strade di Raqqa, città controllata dal regime ribelle nel nord della Siria. Secondo fonti dell'opposizione, il gruppo che lo ha sequestrato farebbe capo all'organizzazione chiamata "Stato islamico dell'Iraq e del Levante". La Farnesina ha immediatamente avviato le indagini del caso. I cellulari di Dall'Oglio (quello italiano e quello siriano) sono entrambi spenti, come è stato verificato dall'Ansa, e di lui non si hanno notizie da parecchie ore. Nessuna conferma - Nessuna conferma dalla Santa Sede sul rapimento, mentre su Twitter circola la voce di un'ipotetica liberazione. Tuttavia, la Farnesina non conferma. La vicenda è seguita da vicino dall' l'Unità di Crisi e dal ministro degli Esteri, Emma Bonino: si tratta comunque di "una vicenda dai contorni ancora poco chiari". Chi è Dall'Oglio - Paolo Dall'Oglio, romano di 58 anni, è noto per aver rifondato, negli anni Ottanta, il monastero cattolico siriaco Mar Musa, nel deserto a nord di Damasco. Personaggio fortemente impegnato nel dialogo con il mondo islamico, il suo attivismo gli ha causato l'odio del governo siriano. Durante la repressione del 2011 la Siria ne aveva decretato l'espulsione, ma solo nel 2012 è stata resa effettiva. Poi era tornato nei territori controllati dai ribelli nella Siria settentrionale. Portatore di ragioni pacifiste, le ragioni che possono avere spinto degli oppositori a rapire di padre Paolo sono ancora ignote. Impegnato da decenni nel dialogo tra cristiani e musulmani e ora apertamente schierato su posizioni anti-regime, il 24 luglio scorso il gesuita aveva rivolto un appello personale a papa Bergoglio, chiedendogli di promuovere "un'iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria" al fine di assicurare "la fine del regime torturatore e massacratore" della famiglia Assad. I precedenti - Dalla Siria non si hanno più notizie neanche di un altro italiano, Domenico Quirico, l'inviato de La Stampa scomparso dal 9 aprile. Il 6 giugno, in una breve telefonata alla moglie, Quirico ha reso noto di "stare bene": la prova che è ancora vivo. Ma da allora è calato il silenzio.

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