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La Cina apre il web ai bimbi

in cerca della famiglia
di Silvia Tironi sabato 31 ottobre 2009

1' di lettura

Sul sito del ministero della Pubblica Sicurezza cinese sono state messe le foto di 60 bambini strappati ai trafficanti di persone, dei quali non è stato possibile fino ad ora identificare i genitori. “È la prima volta che il ministero diffonde dati di bambini i cui genitori non sono identificabili attraverso la banca dati nazionale del Dna”, ha dichiarato alla stampa cinese, l'avvocato Zhang Zhiwei, volontario presso un'organizzazione non-governativa che collabora con la polizia alla ricerca dei bambini rapiti. La banca dati del Dna, sostiene  Zhang, ha solo 20-30mila campioni, insufficienti per una ricerca complessa come quella per ritrovare le famiglie dei bambini rapiti. Secondo i dati del ministero, in Cina ogni anno spariscono tra i 30 ed i 60mila bambini ma, afferma l’avvocato, “è difficile dire quanti di questi siano stati rapiti”. Il traffico di esseri umani, in genere donne e bambini, è ancora molto diffuso in Cina, alimentato dalla povertà, dalla politica di pianificazione familiare che impone alle coppie di aver un solo figlio unico e dalle crescenti disuguaglianze sociali. Secondo uno studio pubblicato nel 2001 dall'Unicef, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, negli ultimi anni 250mila giovani donne e bambini sono stati vittime dei trafficanti.

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