L'indagine
Beirut, l'hangar 12 e quel cargo russo battente bandiera libanese: la pista che porta a Mosca
A Beirut aleggia un vero e proprio mistero su cosa abbia causato l'esplosione di martedì 4 agosto. Eppure c'è un dettaglio, risalente al 2014, che non è da prendere sottogamba. Il 21 novembre il cargo russo con bandiera moldava, la Rhosus, segue le rotte del Mediterraneo fino ad arrivare proprio a Beirut. Qui la nave viene fermata perché contente 2 mila tonnellate di nitrato d'ammonio destinate al Mozambico. Una vera e propria "bomba", che viene lasciata al suo destino nell'hangar 12. Il 26 giugno 2014 - stando a quanto rivela l’emittente satellitare araba Al Jazeera - il direttore della Dogana, Shafik Merhi, invia una prima lettera ai superiori chiedendo istruzioni, mette in guardia sui rischi gravissimi. Ma nulla, nessuno fa niente per evitare il peggio.
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Seguiranno, come spiega Il Corriere, altre cinque segnalazioni negli anni successivi fino al terribile giorno. E allora la domanda sul perché non si sia fatto nulla prima sorge spontanea. Ma i dubbi non si fermano qui, perché molti esperti temono che dentro i capannoni avessero stoccato degli altri ordigni. Se così fosse potrebbe certamente prendere quota l’ipotesi di un atto doloso.