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Afghanistan, donne frustate e bastonate all'aeroporto: "Eravamo in lista ma ci hanno picchiato"

sabato 21 agosto 2021

2' di lettura

Erano in lista per poter andare all'aeroporto di Kabul e lasciare definitivamente l'inferno talebano. La furia dei nuovi padroni dell'Afghanistan, però, non ha lasciato scampo a Nahal e alle sue sorelle. Sono state frustate e insultate proprio davanti ai soldati americani che, dall'altra parte del muro, "stavano a guardare senza fare niente". Alle quattro di venerdì notte la giovane era partita dalla casa in cui era nascosta. L’obiettivo - come racconta il Corriere della Sera - era raggiungere l’aeroporto per salire sul volo di evacuazione organizzato dall'ambasciata italiana.

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Nahal, infatti, è una ex dipendente della cooperazione italiana. E con lei c'erano anche le sue tre sorelle. Una di loro incinta all'ottavo mese. Adesso devono uscire subito dal Paese per via della loro precedente collaborazione con gli stranieri. "Siamo partite verso le quattro. Ci avevano detto che dovevamo trovarci vicino all’ingresso principale - ha raccontato Nahal -. Quando è arrivato il messaggio siamo scoppiate a piangere dalla gioia". A lei e alle sue sorelle, però, è stato spiegato che devono raggiungere l'aeroporto da sole. 

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"All’ingresso dell’aeroporto ci siamo subito rese conto di quanto fosse difficile passare. Prima di tutto i talebani insultavano e picchiavano con bastoni e fruste chiunque cercasse di entrare. Ma soprattutto la folla e la ressa contro il secondo cancello urlava e spingeva rendendo impossibile l’ingresso", ha proseguito Nahal. Da quando i talebani sono entrati a Kabul, infatti, l'aeroporto viene preso d'assalto tutti i giorni da chi desidera scappare via. Nahal ha provato a proteggere la pancia della sorella incinta: "Mi sono messa a gridare contro alcune persone, supplicavo di non colpirla. Ma anche tra la folla c’erano persone armate di bastoni, non solo tra i talebani". E infine: "Mi sono sentita umiliata, non solo per le botte ma anche perché ci hanno trattato come animali, come se fossimo qualcosa di diverso da un essere umano".

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