Le cose come stanno
Ucraina, ciò che Mario Draghi non confessa agli italiani: economia di guerra, cosa ci aspetta davvero
«Pensavo avessimo fatto le sanzioni alla Russia fino a quando non sono andato dal benzinaio». L'amara battuta rende l'idea dell'impatto che la guerra in Ucraina sta avendo sugli italiani. Oltre alle sanzioni, la decisione del Parlamento di inviare armi e sostegno militare all'Ucraina ci coinvolge direttamente nel conflitto. Approfittando del consenso dell'opinione pubblica pro-Kiev sarebbe opportuno che il governo spiegasse bene agli italiani il prezzo che dovranno pagare. Si tratta di un costo a più voci: dall'assistenza umanitaria all'economia, dalla sanità alla sicurezza. Profughi. La macchina della solidarietà è subito scattata. Da noi risiede già la più grande comunità ucraina europea con 236mila residenti. Altri 800mila profughi sono attesi nelle prossime settimane.
Leggi anche: Ucraina, per far approvare lo "ius scholae" la sinistra sfrutta anche i bambini di Kiev
Al momento il Viminale ha predisposto appena 13mila posti per chi arriva dall'Ucraina. Si punterà molto sull'accoglienza "esterna". A chi troverà accoglienza in casa di amici o parenti sarà offerto il vitto (buoni spesa o mense), assistenza sanitaria, scuole, corsi di italiano e formazione. Sanità. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso preoccupazione per una possibile recrudescenza del Covid in tutta Europa per via dei profughi. Solo in 35% della popolazione ucraina è vaccinata e molti profughi non vogliono l'iniezione. Si sta pensando ad una deroga per il super-green pass (che nessun profugo può avere) oltre ad uno status di rifugiato valido per un anno con libertà di circolazione in Europa. Sicurezza. A differenza dell'immigrazione marittima che giunge dall'Africa, gli arrivi dall'Ucraina sono tutti concentrati alle frontiere del Friuli Venezia-Giulia. Questo rende il flusso più gestibile e sicuro.
Il tuo browser non supporta il tag iframe
Più delicato il tema dell'invio di armi a Kiev che ci trasforma (insieme a tutti gli europei) in potenziali nemici di Mosca. La Russia è la seconda potenza nucleare al mondo. Il nostro piano per fronteggiare emergenze nucleari non è certo all'avanguardia e risale al 2010. Insomma siamo impreparati. Economia. Dalla Russia importiamo beni primari come gas e grano per questo le sanzioni a Putin sono anche un boomerang. L'inflazione al 4,8% è una tassa occulta. Già erosi dai conti correnti degli italiani 80 miliardi. Sul fronte commerciale a rischio 5 miliardi di scambi con Russia e Ucraina. Ha ragione Emma Bonino quando sostiene: «Prepariamoci ad un periodo lungo di sacrifici». Il problema è che nessuno al governo ha avuto ancora il coraggio di dire agli italiani che si va verso un'economia di guerra.