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Marianna, il video della ragazza della foto-simbolo di Mariupol: "A cosa la hanno costretta i russi"

domenica 3 aprile 2022

2' di lettura

Si torna a parlare della ragazza suo malgrado protagonista di una delle foto simbolo di questa maledetta guerra in Ucraina. Si parla della giovane incinta e in fuga con il pigiama a pois durante i bombardamenti a Mariupol, simbolo dell'atroce aggressione russa. Mosca aveva poi sostenuto che fosse un attrice con un cuscino sotto alla maglia. Ma Marianna Vyscemyrskaya, questo il suo nome, ha partorito una bambina. Adesso, però, è tornata ad essere strumento della propaganda di Putin. 

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Secondo il giornale online ucraino Obozrevatel, la donna sarebbe stata rapita dai soldati di Mosca, portata nella Repubblica popolare di Donetsk e costretta a girare un video, in cui nega anche il raid aereo, facendo riferimento solo esplosioni di natura non precisata. Il video lo potete vedere qui in calce in pagina. Non ci sono conferme circa la tesi ucraina, ossia che la ragazza sia stata costretta a parlare. E ancora, non nomina mai i russi, li chiama "loro", e afferma che i militari ucraini sono affamati. Il video ha iniziato a girare su Telegram, in una versione di sei minuti rispetto a quella da 24 che circola su YouYube.

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Nel video integrale si vede un uomo che la intervista e Marianna, in lacrime, si spende in un appello a Volodymyr Zelensky, affermando che aveva assicurato al popolo ucraino che lo avrebbe protetto. Si temeva che Marianna potesse essere utilizzata per scopi propagandistici e ora questa circostanza pare essersi avverata: rapita dai russi e costretta alla pantomima in questo video?

Parlando della celebre foto scattata da Associated Press, Marianna dice di non averla autorizzata: "È successo il 9 marzo nell'ospedale di Mariupol. Eravamo sdraiati nei reparti, abbiamo visto volare finestre e telai. Non sappiamo come sia successo. Eravamo seduti nei nostri reparti. Alcuni sono riusciti a coprirsi e alcuni no". E ancora, spiega di non aver sentito il suono degli aerei, dunque sostiene che il bombardamento del reparto maternità non poteva arrivare dal cielo. 

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