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Joe Biden "non ne ha alcuna intenzione": smascherato dall'ambasciatore, vuole rovinare l'Europa?

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Joe Biden non vuole la pace. Chas W. Freeman, vicesegretario alla Difesa per gli affari di sicurezza internazionale dal 1993 al 1994 ed ex ambasciatore degli Stati Uniti in Arabia Saudita durante le operazioni Desert Shield e Desert Storm, lo dice chiaramente in una intervista a InsideOver: "Gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di porre fine alla guerra in Ucraina. L’emotività e l’indignazione oscurano la ragione e incoraggiano l’escalation militare”. E ancora: la guerra rappresenta “la fine del dominio euro-americano e la divisione del mondo in ecosistemi in competizione”.

Freeman ha una lunga e importante carriera  in ambito diplomatico: è stato vice segretario di Stato per gli affari africani durante la storica mediazione statunitense per l’indipendenza della Namibia dal Sud Africa e del ritiro delle truppe cubane dall’Angola. Ha inoltre lavorato come Vice Capo Missione e Incaricato d’Affari nelle ambasciate americane sia a Bangkok (1984-1986) che a Pechino (1981-1984), è stato il principale interprete americano durante la storica visita del presidente Richard Nixon in Cina nel 1972. L'ambasciatore analizza quindi la situazione in Ucraina. 

 

 

"Non è solo una guerra tra russi e ucraini e tra Russia e Ucraina", spiega Freeman, "è una guerra per procura tra Russia e Stati Uniti per determinare se l’Ucraina rimane parte della sfera di influenza americana in cui è stata assorbita in modo informale nel 2014, oppure se farà parte di una sfera di influenza russa". "Nella misura in cui la guerra indebolisce la Russia", prosegue l'ambasciatore, "gli Stati Uniti sembrano non avere alcun interesse a porvi fine. Di conseguenza, Washington non ha fatto nulla per affrontare le preoccupazioni russe attraverso la diplomazia, per promuovere la cessazione delle ostilità o sostenere i negoziati tra i belligeranti, o per stabilire i termini per risollevare la Russia dalle sue crescenti sanzioni (che alcuni suggeriscono debbano rimanere in vigore per punire la Russia anche se si ritira dall’Ucraina)".

 

 

Al contrario, conclude Freeman, l'America "ha invece trascorso gli ultimi otto anni ad addestrare ed equipaggiare le forze ucraine per combattere la Russia e i separatisti a Donetsk e Lugansk. Ha sostenuto con forza la resistenza ucraina all’aggressione russa, suggerendo al contempo che potrebbe opporsi a un accordo ucraino con Mosca, che considera troppo favorevole alla Russia. Queste politiche non mirano a produrre una pace. Mirano a sostenere la guerra finché ci sono ucraini disposti a morire in combattimento con i russi".

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