Guerra fratricida

Ammutinamento, i russi puntano i fucili contro i ceceni al soldo di Putin: "Ci sono morti e feriti"

Il morale delle truppe è basso, bassissimo. Sotto ai tacchi. E Vladimir Putin sta affrontando questa catastrofica perdita di fiducia delle sue truppe. Ma non solo: al fronte sarebbe accaduto qualcosa di pazzesco. I soldati di Mosca, infatti, avrebbero puntato le loro armi contro i "compagni" ceceni. Le forze russe infatti avrebbero messo in atto un vero e proprio ammutinamento a causa delle condizioni a cui sono stati abbandonati in guerra. Dunque, la minaccia di sparare ai ceceni, il cui leader è il "macellaio" Ramzan Kadyrov, fedelissimo di Vladimir Putin e forte sostenitore dell'invasione.

 

 

Kadyrov ha mandato le sue milizie, note come "Kadyrovtsy", per aiutare a sostenere l'esercito russo in Ucraina. Gente temibile, i ceceni, con una terrificante reputazione: le accuse circa le violazioni dei diritti umani e le torture, contro di loro, si sprecano. Ma non solo: i ceceni, sul fronte, avrebbero anche il compito di impedire ai russi di fuggire dalla battaglia, minacciando di aprire il fuoco in caso di diserazione.

E proprio questo "compito special" ha scatenato la reazione delle forze di Mosca, che a loro volta hanno puntato i fucili contro i teorici alleati. Victor Kovalenko, un ex veterano dell'esercito ucraino, ha dichiarato che i soldati russi avrebbero puntato le armi contro le milizie di Kadyrov. Nel villaggio occupato di Kiselivka nella provincia di Kherson, circa 50 soldati russi di nazionalità buriata hanno aperto il fuoco di notte contro compagni ceceni kadyroviani", ha scritto su Twitter. "Ci sono morti e feriti", ha sottolineato.

 

 

Pesantissime le accuse mosse dai soldati di Mosca contro le forze di Kadyrov: "Invece di combattere al loro fianco li hanno minacciati di ucciderli nel caso si fossero ritirati dal campo di battaglia, si sono appropriati della maggior parte delle provviste, hanno derubato la gente del posto e saccheggiato le case abbandonate dagli ucraini", ha concluso Kovalenko in una testimonianza che mette i brividi.