Davvero quella di James Comey è stata una minaccia di morte a Donald Trump tramite i social media? Diventa un caso politico la foto pubblicata dall'ex capo dell'Fbi sul proprio profilo Instagram: una serie di conchiglie disposte sulla sabbia a formare la scritta "8647". Un messaggio cifrato, secondo ambienti vicini al presidente degli Stati Uniti.
Comey sarà sentito di persona stasera presso una sede distaccata dei servizi segreti, ha confermato un funzionario delle forze dell'ordine alla NBC News. Si prevede che ci si concentrerà proprio su quel controverso post, poi rimosso.
L'avvocato di Comey, David Kelley, ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Il numero "8647" era stato interpretato da alcuni alleati di Trump come un invito a fare "l'ottantasei", ovvero in slang a "sbarazzarsi di" Trump, il 47esimo presidente. Comey ha negato l'accusa e ha affermato di ritenere che la frase fosse un "messaggio politico".
Democratici e repubblicani hanno già utilizzato l'espressione "ottantasei" in un contesto politico, tra cui Matt Gaetz, ex procuratore generale scelto da Trump. Un portavoce dei servizi segreti ha dichiarato ieri che l'agenzia "indaga con impegno su qualsiasi cosa possa essere considerata una potenziale minaccia per i nostri protetti".
Dal canto suo, Trump ha definito l'ex direttore dell'Fbi un "poliziotto corrotto". Comey e il capo della Casa Bianca hanno una storia controversa: il presidente lo ha licenziato nel 2017, mentre il capo dell'Fbi stava conducendo un'indagine per verificare se i collaboratori di Trump avessero colluso con Mosca per influenzare il voto presidenziale dell'anno precedente. I democratici sospettavano che Trump stesse cercando di ostacolare quell'indagine, ma il presidente ha affermato che la sua decisione era motivata esclusivamente dalla cattiva gestione da parte di Comey di un'indagine ad alto rischio sulle email della sua rivale alla presidenza, Hillary Clinton.