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Qatargate, ecco "i nomi secretati degli altri italiani coinvolti"

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Resta in carcere, Antonio Panzeri. E sul suo conto continuano a piovere dettagli sempre più pesanti sul Qatargate. Secondo una indiscrezione del quotidiano belga Le Soir, Francesco Giorgi, l'ex assistente dell'europarlamentare Pd Andrea Cozzolino, avrebbe confessato agli inquirenti che il fondatore della Ong Fight Impunity sarebbe finito a libro paga di Qatar e Marocco già nel 2019, quando era ancora europarlamentare, e che proprio per quello avrebbe poi deciso di fondare la Ong come "schermo" per non gestare sospetti sull'ingente giro di soldi.

 

 

 

 Dall'inchiesta in cui si ipotizza "associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio", emergono altre intercettazioni in cui Panzeri parla con moglie e figlia (arrestate anche loro) di borse "piene" (di soldi) portate dal Marocco, con viaggio organizzato nel giugno del 2022. "Tra le chat e le intercettazioni depositate - scrive poi il Giornale - ci sarebbero anche i nomi di altri europarlamentari". Le scorse settimane si parlava di una sessantina di eurodeputati coinvolti a vario titolo nell'indagine, tutti protetti dall'immunità parlamentare. 

 

 

 

 

Panzeri, in varie conversazioni e chat, era in contatto con vari euro-onorevoli, anche italiani, e questi secondo Repubblica avrebbero addirittura ricevuto delle consegne dalla cricca di Panzeri su cosa dire o fare in aula a Strasburgo. Era questa la rete, molto ramificata, che aveva barattato l'indipendenza politica, etica e morale del Parlamento europeo con una proficua rendita personale. Un sistema che ora la "Mani pulite" belga potrebbe portare definitivamente a galla dopo aver infilato le mani e i taccuini nel "pozzo nero" di Bruxelles.

 

 

 

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