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Trump in arresto, "il criminale è il procuratore. Chi lo paga"

mercoledì 5 aprile 2023

2' di lettura

"Il vero criminale è il procuratore distrettuale". Da Mar-a-Lago, in Florida, Donald Trump attacca frontalmente Alvin Bragg, l'uomo che ha condotto all'arresto dell'ex presidente americano poche ore prima nel tribunale di Manhattan, con 34 capi di imputazione. "E' una persecuzione, non è un'indagine - ha tuonato Trump nel suo comizio casalingo -. Non c'è un caso, non c'è niente". Ha poi insinuato che dietro a Bragg ci siano i finanziamenti del magnate di origine ungherese George Soros, considerato da anni "l'eminenza grigia" dietro una cosiddetta internazionale anti-sovranista che sosterrebbe la galassia della sinistra, da partiti a esponenti Ue fino alle Ong

I legali di Trump hanno parlato di un ex presidente uscito "frustrato" e "scosso" dall'udienza nella quale il giudice Juan Merchan gli ha contestato le accuse contenute nell'atto di incriminazione presentato dal procuratore Bragg. Così lo ha definito, parlando con i cronisti, l'avvocato Todd Blanche, che guida il collegio difensivo dell'ex presidente. A lui, specialista in reati finanziari, si è affidato Trump per difendersi dalle 34 accuse di falsificazione di libri contabili. Reati che prevedono un massimo di 4 anni di carcere per ciascun capo d'accusa, anche se difficilmente il tycoon, che in aula si è dichiarato non colpevole, dovrà scontarli. Nell'atto di incriminazione, reso pubblico dopo che Trump ha lasciato la Procura di Manhattan per fare ritorno in Florida, vengono sostanzialmente indicati tre pagamenti in nero che avrebbe effettuato per mettere a tacere informazioni dannose per la sua campagna 2016. Uno dei pagamenti, da 30mila dollari, riguarda un ex portiere della Trump Tower che voleva rivelare l'esistenza di un figlio illegittimo del tycoon, avuto da una relazione extraconiugale. Il tramite dei soldi fu il tabloid National Inquirer. Il giornale amico avrebbe poi effettuato anche un altro pagamento, di 150mila dollari, all'ex modella di Playboy Karen McDougal, che voleva vendere la sua storia su una passata relazione con Trump. Nella pratica denominata catch and kill, il tabloid acquisì i diritti di pubblicazione della storia e la tenne poi nel cassetto. L'ultimo pagamento è il punto sul quale è incentrata l'incriminazione del tycoon e riguarda la somma di 130mila dollari che l'ex avvocato e faccendiere di Trump Michael Cohen, già condannato, fece alla attrice a luci rosse Stormy Daniels per comprarne il silenzio su una sua passata relazione con l'ex presidente.

Divenuto presidente, Trump secondo l'accusa avrebbe poi rimborsato Cohen - ed è qui che scatterebbe il reato di frode -, facendo passare i pagamenti come "spese legali" fittizie. Bragg sostiene quindi che Trump sia stato coinvolto in una "cospirazione illegale" per minare l'integrità delle elezioni del 2016, avendo pagato per mettere a tacere informazioni potenzialmente dannose per la sua elezione. "Non possiamo normalizzare e non normalizzeremo una condotta criminale", ha detto il procuratore di Manhattan, illustrando alla stampa le accuse. Trump, secondo Bragg, avrebbe fornito "34 false dichiarazioni per coprire altri reati. Questi sono reati penali nello Stato di New York. A prescindere da chi li abbia commessi". 

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